Gli Hovvdy sono un duo di stanza ad Austin, Texas composto da Charlie Martin e Will Taylor: i due musicisti statunitensi, entrambi originariamente batteristi, si sono incontrati nell’inverno del 2014 grazie alla comune passione per la musica tranquilla: dopo poche settimane è arrivato il loro primo EP, registrato nelle loro case, e nel 2016, invece, è uscito il loro primo full-lenght, “Taster”, ripubblicato lo scorso anno dalla Double Double Whammy.
A febbraio, sempre per la nota indie-label di Brooklyn, è arrivato anche questo sophomore: il viaggio in queste dodici canzoni ci porta a esplorare sentimenti ed emozioni, a cui oggi ““ ahimè ““ spesso il mondo non dà la giusta considerazione.
Il loro indie-rock dall’attitudine lo-fi mette un incredibile tranquillità addosso a chi ascolta: in “Cranberry” non c’è mai la voglia di spingere l’acceleratore, ma si lascia, invece, che siano i ritmi bassi a guidarci in questa mezz’ora abbondante in compagnia degli Hovvdy.
Per esempio il recente singolo, “Petal”, probabilmente il brano che ci ha fatto innamorare del duo di stanza in Texas, è ricco di nostalgia e di sincerità e, seppur semplice, sa come mettere in primo piano i sentimenti più veri e puri.
Se “Swing” chiude questo lavoro con un’atmosfera che sembra comunque più positiva rispetto a quella delle altre canzoni di “Cranberry”, è altrettanto vero che sul disco troviamo tantissime tinte piuttosto scure e malinconiche, come la stessa title-track, che è capace, però, di donare a chi ascolta una sensazione rassicurante.
I due ex batteristi texani non sconfineranno in nuovi territori con questo nuovo album, anche se qui il loro sound ha maggiore consistenza e un numero di strati più elevato rispetto al passato, ma, come dicevamo poco sopra, lasciano che la semplicità diventi una forza importante nell’economia di “Cranberry”: noi ci dobbiamo limitare ad ascoltare e godere delle meravigliose sensazioni pacifiche e dei sentimenti delicati che gli Hovvdy ci sanno regalare per ritrovare, almeno per questa mezz’ora, una pace magari inaspettata, ma assai gradita.
Photo Credit: Bronwyn Walls