James Skelly e compagnia (tra cui, ricordiamolo, il fratello Ian alla batteria) tornano due anni dopo “Distance Inbetween”. Anche i The Coral, come molte altre band emerse alle luci della ribalta nei primi 2000, sembravano esseri un po’ persi tra silenzi, tentativi di sperimentare, di reinventarsi, di battere nuovi percorsi sonori; questo “Move Through The Dawn” sembra invece essere un chiaro messaggio, una decisione ferma di tornare a fare quello che sanno fare meglio e che li hanno fatti apprezzare in tutto il mondo.
Eccoli quindi costruire, con spontaneità e naturalezza, pezzi e ballate dalla struttura pop e dalle venature folk e country con chitarre aperte, arpeggi, riff ed assoli intelligenti, linee di basso semplici ed essenziali, tastiere e percussioni mai invadenti, e senza particolari orpelli o bramosia di strafare, con l’estemporaneo accompagnamento di drum machine (nel singolone super funky-pop “Sweet Release”) o di archi (“Strangers in The Hollow).
Ed un gusto retrò che ti resta nel palato dalle prime luminose “Eyes Like Pearls” e “Reaching Out for a Friend” fino alla più rarefatta e prog “Stormbreaker” o gli arpeggi della delicata “After The Fair”.
Le cose che vengono genuine, schiette, solari e sincere, sono quelle che solitamente ti prendono in automatico: prendiamo quindi a nostra volta questo ottimo “Move Through the Dawn” e godiamocelo per quello che è, ovvero un regalo bello e gradito da parte di questi bravi ragazzoni.