Siamo i peggiori giudici di noi stessi. Una banalità forse, ma fin troppo vera. Marissa Nadler nel suo nuovo album (“For My Crimes”) è un giudice severo, di sè e degli altri. Ormai gli anni di carriera sono quindici per questa trentasettenne con la chitarra che col tempo è diventata una delle cantautrici folk più apprezzate in circolazione. Ha sempre parlato di donne nelle sue canzoni Marissa Nadler e questa volta non si limita a raccontare le loro storie. Si è letteralmente circondata di colleghe per dar forma e sostanza a queste nuove canzoni: da Angel Olsen a Sharon Van Etten, da Patty Schemel (ex batterista delle Hole) a Kristin Kontrol delle Dum Dum Girls, Mary Lattimore all’arpa e Janel Leppin al violoncello.
Beato tra le donne spunta l’inconfondibile sassofono sognante di Dana Colley dei Morphine, uno dei pochi uomini ammessi nella corte di “For My Crimes”. Per la prima volta dopo anni a produrre non è il fido Randall Dunn ma la coppia Justin Raisen (noto per aver prodotto “My Woman” di Angel Olsen oltre ad aver lavorato con Kim Gordon e Ariel Pink) e Lawrence Rothman, che ha sorpreso un po’ tutti col sul esordio “The Book Of Law” l’anno scorso. “For My Crimes” somiglia molto a “July” uscito quattro anni fa. Il mezzo soprano di Marissa Nadler è sempre dolce e vellutato, anche quando racconta gli ultimi istanti di vita di una donna nel braccio della morte nel pezzo che dà il titolo al disco.
Ancora una volta la Nadler riesce a ottenere il massimo da se stessa creando armonie che incantano (quelle di “Interlocking” ad esempio o “Dream Dream Big in the Sky”) accompagnata dalla fida chitarra acustica o affidandosi al trio di qualità formato per l’occasione da Dana Colley, Patty Schemel e Kristin Kontrol ai backing vocals che trasformano “Blue Vapor” in una ballata di gran classe. Sulle heartbreak songs scritte da Marissa Nadler negli anni si potrebbe discutere a lungo e anche in questo nuovo album ce ne sono di splendide (“I Can’t Listen to Gene Clark Anymore” e “Are You Really Going to Move to the South?” su tutte).
Ma il meglio la Nadler lo da quando va oltre l’ordinario, descrivendo il momento in cui la storia d’amore diventa una violenta prigione in un gruppetto di canzoni da brividi come “Lover Release Me”, “All Out of Catastrophes” e “You’re Only Harmless When You Sleep”. Poche persone riescono a essere distanti come gli ex amanti scriveva tempo fa uno scrittore scozzese che si chiamava William McIlvanney. La Marissa Nadler di “For My Crimes” sarebbe perfettamente d’accordo.