Lo scorso weekend è uscito, via Heavenly Recordings, questo sophomore di Amber Arcades, ovvero la musicista olandese Annelotte De Graaf: il seguito dell’ottimo debutto “Fading Lines” (2016) è stato registrato e co-prodotto a Los Angeles con Chris Cohen dei Deerhof e a Richmond, Virginia con Trey Pollard (Natalie Prass, The Waterboys, Bedouine).
Chi già conosce la storia delle ragazza di Utrecht saprà che è laureata in legge e che ha lavorato come assistente nel tribunale per i crimini di guerra delle Nazioni Unite, occupandosi poi di rifugiati nella nativa Olanda: partendo da questo scenario possiamo capire in maniera più facile il titolo di questo suo secondo lavoro sulla lunga distanza.
Il cuore, infatti, non deve per forza essere spezzato a causa di una relazione sentimentale terminata, ma i dolori possono arrivare molto forti e diretti anche da temi delicati come la perdita del senso di identità e di nazionalità oppure il fallimento di un sistema economico.
Le sue passate esperienze lavorative hanno sicuramente influenzato il nuovo lavoro di Annelotte, che, come tutti noi, sta vedendo l’Europa prendere purtroppo una piega negativa e buttare all’aria tutti quegli sforzi per unirla per cui numerose generazioni avevano lottato duramente nelle scorse decadi: se è vero che sbagliare fa parte della natura umana, è comunque importante imparare dai nostri errori e non ripeterli, cercando serenamente di fare del nostro meglio per cambiarlo.
Proprio per questo motivo Amber Arcades, mentre ci parla delle tristi situazioni del vecchio continente, vuole regalarci un album che sappia calmare gli animi e farci rimanere tranquilli, mentre affrontiamo quotidianamente problemi più grandi di noi: l’atmosfera dell’iniziale “Simple Song” è un’introduzione perfetta per quello che seguirà nei successivi quaranta minuti circa. Semplicità appunto, ma anche un buon senso melodico, vocals morbidi e soprattutto l’elegante novità dei fiati, che impreziosiscono il suono del brano.
“Self Portrait In A Car At Night”, dai delicati sapori folk, pur toccando tematiche difficili e non nascondendo la sua malinconia, sa comunque rimanere molto gentile e apprezzabile.
“Goodnight Europe” affronta ovviamente argomenti delicati e, nella sua delicatezza e nella sua eleganza, lascia entrare chitarre dall’influenza blues, mentre la leggerezza della dolce “Antoine”, con il suo morbido ed educato piano, ci sa commuovere ed emozionare.
“European Heartbreak” è sicuramente un disco nostalgico, ma sa farci riflettere su argomenti importanti e questo è un punto di partenza molto importante. Allo stesso tempo Amber Arcades sa descrivere i sentimenti in maniera aggraziata e creare melodie suadenti e piacevoli: il cammino della musicista olandese continua a seguire il verso giusto.