A due anni dallo scioglimento, lo scorso anno gli Swearin’ avevano annunciato che sarebbero tornati insieme nel 2018 per aprire il tour dei Superchunk: la band della Pennsylvania, orfana del bassista Keith Spencer, durante l’estate ha confermato anche l’arrivo del suo terzo LP, uscito questo weekend a distanza di cinque anni dal suo sophomore “Surfing Strange”.
Definito da Allison Crutchfield come “l’album degli Swearin’ adulti”, “Fall Into The Sun”, è stato registrato e prodotto dal gruppo statunitense in vari studi tra Philadelphia e Los Angeles ed è il loro primo per la Merge Records, con cui la frontwoman aveva realizzato lo scorso anno il suo primo convincente album solista, “Tourist In This Town”.
In questo nuovo LP la Crutchfield e l’altro chitarrista (ed ex fidanzato) Kyle Gilbride si dividono in maniera abbastanza equa i main vocals, facendo sembrare il risultato come quello di un disco di due band diverse, ma tutto ciò sembra funzionare bene.
I brani cantati da Allison paiono ripartire esattamente da dove la band aveva lasciato qualche anno fa ““ indie-punk e surf-pop ““ anche se spesso sono coperti da un velo di nostalgia: l’iniziale “Big Change” e “Oil And Water” sono solo un paio di esempi di ciò. L’adrenalina e le potenti chitarre, accompagnate dalla voce comunque morbida della ragazza di Philadelphia e da un senso melodico invidiabile, sono comunque sempre presenti.
I pezzi in cui è Kyle a occuparsi dei main-vocals cambiano tono perchè sono più influenzati dall’indie-rock anni “’90 e i ricordi di band come Pixies e Pavement ci arrivano immediatamente alla mente: la conclusiva “Future Hell”, a nostro avviso, poteva stare tranquillamente in uno dei migliori album del gruppo di Stephen Malkmus, mentre i potenti riff di “Stabilize” sembrano uscire dalla band capitanata da Frank Black.
Discorso a parte va fatto per “Anyway”, una breve canzone di appena due minuti, solo chitarra acustica e voce, piena di malinconia, in cui Allison ci regala qualche momento di tranquillità e riflessione.
“Fall Into The Sun” non nasconde certo le proprie influenze, ma è comunque un disco che, nella sua voglia di nostalgia, riesce a funzionare in maniera positiva e siamo sicuri che ci farà divertire a lungo: speriamo non dover aspettare troppo per il loro ritorno live in Europa.