Era da parecchi anni che, chi scrive, non aveva l’occasione di vedere Billy Bragg dal vivo: forse l’ultima volta era stata al Teatro De Andrè di Casalmaggiore (RE) addirittura nel lontano maggio del 2011.
L’occasione di stasera è davvero una di quelle speciali perchè il Manchester Folk Festival è comunque un evento piuttosto importante e riuscire a mandare sold-out questa venue da 1.500 posti di capacità non è per nulla scontato, ma il sessantenne folk-singer di Barking ci è riuscito.
Sulle scene da oltre quaranta anni, il musicista dell’est di Londra è sempre sceso in campo per importanti battaglie al fianco dei lavoratori e delle categorie più deboli ed è diventato un simbolo della musica folk impegnata nel sociale e una persona molto apprezzata da tanti.
Pochi minuti dopo le otto e mezza, con buon anticipo sull’orario previsto per l’inizio del concerto, Bragg sale sul palco, accompagnato solo dalla sua chitarra elettrica, con l’ovazione del pubblico che non si fa certo attendere: “The World Turned Upside Down”, una cover di Leon Rosselson, apre il live in maniera scoppiettante e mostrando subito l’impegno sociale del bardo di Barking.
Tra una canzone e l’altra Billy non rinuncia mai a parlare, a raccontare, a spiegare, a dire la sua su temi sempre scottanti e attualissimi: nella cupa, ma incredibilmente passionale “England, Half English”, per esempio, narra di sua madre che era mezza inglese (e mezza italiana, Marie Victoria D’Urso).
Subito dopo attacca il fascismo e lo fa nella miglior maniera possibile, utilizzando, infatti, le parole di Woodie Guthrie e della sua “All You Fascists Are Bound To Lose”, dicendo che il folk-singer dell’Oklahoma gli ha mandato un messagio su Whatsapp.
L’atmosfera ““ e di conseguenza anche il pubblico ““ rimane calda e Bragg ne approfitta per parlare dei diritti delle persone transessuali, attraverso la sua vecchia canzone “Sexuality” da “Don’t Try This At Home” (1991), dove è accompagnato da una seconda chitarra.
“The Warmest Room” cambia, invece, il tono con l’aggiunta della pedalsteel: il brano dolce e tranquillo, ci fa trasportare verso il genere Americana.
“Between The Wars”, invece, è un vero e proprio inno che viene cantato da ogni singola persona presente al Ritz questa sera e la successiva “The Milkman Of Human Kindness”, con la sua chitarra elettrica, è il seguito perfetto: anche qui l’adrenalina e la passione non vengono mai a mancare nella voce del folk-singer londinese e il pubblico mancuniano lo segue con grande fervore.
L’immigrazione è un altro argomento molto caro a Bragg, che ne approfitta per criticare la politica seguita da Theresa May e dal suo governo prima di intonare “Why We Built The Wall” di Anais Mitchell, altro momento assai adrenalinico di questo concerto.
Billy, però, non vuole solo riservare i suoi commenti verso l’esterno, ma anche a se stesso e a noi tutti: per cercare di migliorare il nostro mondo, suggerisce il folk-singer di Barking, dobbiamo sconfiggere per prima cosa il nostro cinismo. I consensi da parte della folla di Manchester non tardano ad arrivare e Bragg decide di dedicarle la bellissima “I Keep Faith”, aggiungendo anche “ho fiducia in voi”: il pezzo, romantico e delicato, entra diretto nei cuori di chi ascolta, lanciando il suo importante messaggio.
Dopo aver speso parole di disapprovazione per Nigel Farage (ex leader dello Ukip) e per Donald Trump, il musicista inglese esalta per l’ultima volta la folla mancuniana con “There Is Power In A Union”, ancora una volta cantata da tutti all’unisono.
Appena un minuto e Billy è di nuovo sul palco per due encore: le canzoni che seguono sono di quelle pesanti, di quelle che lasciano segni indelebili, prima “The World They Are A-Changin'” di Bob Dylan e in seguito la sua storica “A New England”, con Bragg che ricorda quanto oggi sia importante l’empatia verso gli altri.
Una serata memorabile, centocinque minuti scanditi da livelli di adrenalina incredibili e che, crediamo, abbiano messo voglia ai tanti presenti, di cercare di migliorare: ognuno, nel suo piccolo puo’ fare qualcosa per rendere questa terra un posto in cui vivere tutti in maniera più serena e dignitosa e Billy ancora una volta ha trovato la voce e la forza per ricordarcelo. Long life to Billy Bragg!