I dischi solisti di J Mascis ormai non sono più una sorpresa. Ha iniziato a spogliarsi del rumore folle praticato dai Dinosaur Jr. a metà anni novanta e nei decenni successivi ha continuato a intrattenersi amabilmente con ritmi più calmi quando l’impegno con i Dinosauri glielo permetteva. Rinunciando a trincerarsi dietro il muro di amplificatori che per lui deve essere una specie di coperta di Linus, ha scoperto di saper graffiare anche stando seduto con quella voce stile Neil Young che in “Several Shades of Why” e “Tied To A Star” è diventata ancor più melodica.
“Elastic Days” è stato registrato nello studio casalingo di Mascis a Bisquiteen nel Massachusetts con l’aiuto di Ken Miauri alle tastiere, Pall Jenkins (Black Heart Procession) Mark Mulcahy (Miracle Legion) e Zoà« Randell (Luluc). Al centro della scena però c’è sempre J con la fida Jazzmaster che s’imbizzarrisce nell’assolo prolungato in “See You At The Movies” e nel suo gemello grintoso in “Cut Stranger”. Non cambia le carte in tavola nè gli accordi sul manico il Dinosauro capo e qualcuno lo potrebbe accusare di essere alla lunga ripetitivo. Quello che fa però gli riesce spesso maledettamente bene.
La dolcezza di “I Went Dust” (delicato duetto con Zoà« Randell) il falsetto giocoso di “Picking Out The Seeds” si aggiungono alla lunga lista di buone canzoni sfornate da questo ex slacker e arpeggiatore di lungo corso con in mano la sei corde elettrica o acustica. Il “solito” J Mascis malinconico, introverso, riflessivo. Capace di convincere essendo semplicemente se stesso.