di Luca Rigato
C’è un cordone ombelicale che unisce l’ultimo lavoro di Paul McCartney “Egypt Station” allo storico (e in fase di celebrazione per il 45 ° anniversario dall’uscita) “Band on the run”.
L’ultima parte di “Egypt Station” (l’ottimo lavoro targato 2018), contiene due brani, tra cui una mini suite proprio “alla Band On The Run”, “Despite Repeated Warnings”, in cui racchiude un taglia-e-cuci formidabile proprio come nella title track del suo disco più famoso. Ha lasciato il segno “Band on the Run”, un segno indelebile nella carriera di Paul McCartney. Ma anche un segno felice, pieno di bellissime canzoni e quasi un album perfetto, quello che oggi possiamo definire un ‘Classic Rock Album’.
Agosto 1973: con alle spalle due dischi intriganti pubblicati come Wings ma non liberatori come i primi due albums solisti, ricreare una rockband capace di incantare il grande pubblico era l’obiettivo non dichiarato dei coniugi McCartney. Dopo un lungo periodo di vacanza nella sua fattoria in Scozia e stanchi di registrare in Gran Bretagna, Paul e Linda McCartney chiesero alla EMI una lista degli studi di registrazione disponibili all’estero, scoprendo che ne esisteva uno a Lagos in Nigeria e furono subito interessati all’idea di registrare un album in Africa. Dopo alcune vicissitudini, per la Nigeria partirono Paul, Linda e Denny Laine, insieme all’ex ingegnere di studio dei Beatles Geoff Emerick (mancato da qualche settimana).
Il disco venne registrato in due momenti: tra agosto e settembre agli EMI Studios di Lagos e successivamente terminato nell’ottobre 1973 a Londra. La celebre foto di copertina venne scattata il 28 ottobre 1973 e vede la band in procinto di evadere da un carcere contornata da ospiti di lusso (Christopher Lee su tutti), diventa addirittura leggendaria. Inutile dire che si tratta di un grandissimo album, un capolavoro, forse il migliore dell’intera carriera solista di McCartney e uno dei migliori dischi mai incisi da un ex-Beatle. Tutta la tracklist è in perfetto equilibrio, in un alternarsi di rock, ballate e gemme pop, senza scadere nel commerciale, nello scontato o nel convenzionale.
Il rigoglioso frutto di un lungo travaglio personale e artistico che ha portato l’autore a metabolizzare e superare il suo recente passato da ex-Beatle.
E’ la traccia omonima ad aprire l’album, composta su tre temi distinti come provenisse dai medley di “Abbey Road”, accelerazioni e cambi di tempo funzionando come un orologio a lanciare “Jet” un pezzo stadium rock che supera i fantasmi del passato di “Back In The USSR” del “White Album”. La spensierata delicatezza di “Bluebird” che introduce e porta al brano memorabile che mi fece scoprire McCartney, quella “Mrs. Vandebilt” che pubblicata in Italia come 45 giri finì per settimane nell’estate del 1974 nella Hit Parade italica (un mio tormentone estivo personale). Un giro di basso immenso con il mitico Hofner, sommato ad un ritornello sing-a-long che non può non far tornare ad “Ob-la-dì”, semplicemente fantastica!
L’ispirazione dell’Africa pervade “Mamunia”, con arpeggio di chitarra acustica e semplici linee di basso, mette in luce versi dedicati alla pioggia, una vera rainy song. Altro vertice dell’album è “Picasso’s Last Words (Drink To Me)”, ispirata alle ultime parole del grande pittore, da poco scomparso, avrebbe detto in punto di morte (sembra che questa canzone sia stata oggetto di una piccola sfida tra Macca e l’attore Dustin Hoffmann). Conclude il disco un magistrale rock anthem con “Nineteen Hundred And Eighty-Five”.
Pubblicato nel Dicembre 1973, ha beneficiato solo dopo molti mesi del successo e della fama che ancora lo attraversa dopo 45 anni. Certamente “Band on the Run” rimane uno degli album più importanti degli anni ’70, perfetta contaminazione tra rock e il migliore British pop, con leggeri profumi africani. Il disco è permeato da una energia che trascina l’ascoltatore in un vortice di suoni e sensazioni incredibili.
“Band on the Run” è stata la dimostrazione che anche dopo lo scioglimento dei Beatles, Sir Paul McCartney poteva finalmente iniziare a consolidare una lunga e proficua carriera solista.
Buon quarantacinquesimo anniversario, “Band on the Run”.
Paul McCartney & Wings – Band on the Run
Pubblicazione: 5 dicembre 1973
Durata: 44:17
Tracce: 9
Etichetta: Apple Records
Produttore: Paul McCartney
Tracklist:
1. Band on the Run
2. Jet
3. Bluebird
4. Mrs Vandebilt
5. Let Me Roll It
6. Mamunia
7. No Words
8. Picasso’s Last Words (Drink to Me)
9. Nineteen Hundred and Eighty-Five