Attiviamo il radar e scandagliamo in profondità un universo musicale sommerso. Ogni settimana vi racconteremo una band o un artista “‘nascosto’ che secondo noi merita il vostro ascolto. Noi mettiamo gli strumenti, voi orecchie e voglia di scoperta, che l’esplorazione abbia inizio (e mai una fine)”…
I Crooked Ghost vengono dal North Carolina, ma il gruppo è nato a Seattle nel 2013 dalla mente e dalla creatività di Ray Clark e dall’incontro di questi con Chris Saldin e Jon Wyatt.
Un approccio rock/post punk scuro e gotico quanto abbastanza lineare e compassato nel suo essere lo-fi a contraddistinguere i primi singoli (“Devil Baby” come “Boy in a Cage” del 2016) ed apparecchiare la tavola per la voce ora vibrata ora acida di Clark, poi un primo album nel 2017, “Strange Burial Rituals”, dove Clark continua a struggersi al microfono con quel canto tremolo ora, più ficcante adesso, per un suono che si fa però sempre più pieno ed energico tra ambientazioni depresse, avvelenate, ai limiti di una tragica apocalisse. Con quei crescendo di chitarre, basso e batterie che ravvivano nervi e muscoli altrimenti in stasi, quasi paralizzati, e l’arricchimento dato dal pianoforte (“Tar Angel Waltz” o la già richiamata “Devil Baby” ripresa ed impreziosita) a ridefinire i contorni della qualità sonora che si fa adesso più adorna ed aperta.
Strange Burial Rituals by Crooked Ghost
Tutto questo però, per un repertorio ancora piuttosto monocromo, con pochi picchi ed elementi distintivi. Del buono però c’è e si comincia a sentire, e lo nota anche la schiera dei fan che da nicchia, si fa più numerosa.
Il singolo “Sleepwalker”, Ottobre 2017, è quindi snodo fondamentale per la carriera della compagine americana: se la personalità della band (e soprattutto quella del suo leader e dei suoi sofferenti testi) emerge ancora ben definita, i territori sonori si fanno più dreamy, shoegaze, e non sono più mero supporto al cantato ma lo avvolgono fino a diventare parte integrante del disegno; con le tastiere di Alex Cannon a dare ulteriore apporto armonico, quel “colore” che finora mancava e pure con la componente melodica che si avvicina a trame e tessuti più popular (andatevi a sentire “Catch Fire”…) e destinabile a più orecchie di quelle che probabilmente nelle origini si voleva raggiungere.
I fan, anche quelli più storici ed ortodossi, sembrano gradire: occhi aperti, ordunque, e vediamo quello che può succedere con questi Crooked Ghost in giro. Intanto il consiglio è di non perdervi questo nuovo “Skeleton House”, appena uscito.