Jeff Tweedy è un esempio puro e discreto di un’identità  solista forte e decisa che riesce a trascendere una band di appartenenza. Una reinterpretazione fresca di motivi classici dei Wilco e un modo di percepire la chitarra in modo frenetico sono le armi vincenti di “Warm”, uscito in simmetrica contemporaneità  con la sua autobiografia.

All’uscita di questo disco abbiamo affermato e concepito finalmente un’idea più chiara sull’idea musicale da solista di Tweedy. Dalla morte del padre, raccontata in “Do Not Forget”, ai temi legati all’abuso di droghe e alcool sviluppati in frasi come “What drugs did you take / And why don’t you start taking them again / But they’re not my friends / And if I was dead / What difference would it ever make to them“. Il brano in cui viene usata questa potente affermazione è “Having Been is no way to be”: capire che essere stati non è una strada vincente per essere, è probabilmente una grande lezione che arriva dal disco e dall’esempio artistico dato da Tweedy.

Essere stati non è una strada per essere. Un mantra? Un monito? Una raccomandazione? Per Tweedy c’è una dimensione che va oltre tutto ciò e si lega alla ricerca sonora profonda, fatta da un set minimal, dall’essenzialità , dalla non-ricerca di ostentata purezza. Fingering sui tasti della chitarra e riverberi occasionali illuminano e donano una luce diffusa sul disco che fa scavalcare, cavalcare e passeggiare sulla linea di confine che lega Wilco e Tweedy. “The Red Brick” è un buon pezzo per assaporare la parte più classica di Tweedy, nel classicismo di un artista come lui c’è comunque una caratura tale da farci sembrare tutto esatto e mai fuori posto.

Il 70% del disco è composto con assenza di suoni infestanti e che prevaricano l’iniziale semplicità . Le canzoni sono botti di legno in una distilleria: profonde e inamovibili. Il blues è una tendenza opaca che sfocia e si perde nei sentieri di un rock acustico bello, piacevole, ammiccante e caldo.

“Warm” ricalca le pretese della band di Tweedy in cui non c’è ambizione di eternità , ma una costruzione di identità  che si sviluppa su un sentiero romantico, pieno di sorprese e mai in linea con le aspettative.

Jeff Tweedy ha elevato delle storie, come i migliori poeti e drammaturghi, da una caratura personale a quella universale, le storie del leader dei Wilco sono come un deposito del caffè: tra una stasi perfetta e un roteare in una tazzina che noi possiamo elegantemente chiamare vita, o in questo caso “Warm”. L’enigma della stasi e dell’autoevoluzione si accendono in un musicista, chitarrista, artista, poco prolifico (come solista), ma assolutamente puntuale.

Credit Foto: Sammy Tweedy