Se c’è una cosa di cui noi di IFB andiamo fieri è la nostra rubrica chiamata “Brand New”. Il nostro impegno nell’andare a scovare ottime band “minori” o con scarsa visibilità spesso viene riconosciuto dai nostri lettori, che ci ringraziano per le segnalazioni e per aver fatto scoprire loro dei nuovi gruppi. Riconoscimento che, ovviamente, ci gratifica e ci spinge a continuare la nostra “ricerca” con ancora più impegno e attenzione. Tanti sono stati i brani, gli album o gli EP che, nella nostra rubrica, in questo 2018, abbiamo portato alla ribalta (alcuni album sono stati davvero magnifici, come Tomberlin o Last Detail). Ne scegliamo, riproponendoli, una ventina, tra i tanti, consapevoli che i nomi indicati potranno ripresentarsi alla ribalta anche nel 2019, magari, questa volta, con i favori di critica e pubblico (se dobbiamo fare dei nomi, beh, segnatevi subito Kill The Moose, Fontaines DC, Sisteray, Whenyoung, Avalanche Party, perchè da questi nomi siamo sicuri che ne sentiremo delle belle!) . Quindi, se volete conoscere oggi i (probabili) eroi di domani, beh, tenete sempre gli occhi aperti su “Brand New”.
TRACKS: EARACHE – Voices/”‹Parasite
Applausi per questa band australiana che si chiama Earache (un duo composto da Gemma Nourse e David Fenderson) che racchiude due perle vere e proprie.
Di solito adoro commentare i pezzi con parole mie, ma stavolta mi piace riportare quello che la band usa per descriversi, perchè sono parole verissime: “Earache combines drum machines with shoegaze guitars, driving bass lines, and girl/boy vocals, resulting in luscious, introspective, and dreamy pop songs“. Quello che non dicono, forse per assoluta modestia, è che l’attenzione per le melodie, pur in un contesto lo-fi come questo, è altissima. “Parasite” poi ci pare un pezzo dei Joy Divison, imbevuto di shoegaze, con voce avvolgente. Pazzesco!!!!
EP: WHY BONNIE – Nightgown
Diamo il bentornato ai deliziosi Why Bonnie di Austin, che piazzano un secondo EP di tutto rispetto, che sempre più ce li conferma come realtà in ascesa in ambito indie-pop-rock.
Se “Gold Rush” e “Hollow Moon” lavorano egregiamente su base guitar-rock, con ritmi incalzanti, il solito gusto anni ’90 con quella punta malinconica che non manca mai e ottime melodie, il colpo al cuore ci arriva da “Stereo”, struggente e avvolgente nei suoi ritmi bassi e dream-pop. Veramente da pelle d’oca, sopratutto in quell’attimo in cui il climax ascendente esplode, con le chitarre shoegaze che prendono il sopravvento.
EP: KILL THE MOOSE – To The Moon And Back
Uno degli EP più belli in ambito shoegaze/indie rock arriva dalla Francia ed è targato Kill The Moose. La band guidata da Elisabeth Massena non sbaglia praticamente nulla e non solo riesce a riportarci magicamente agli anni ’90, ma sopratutto ha un gusto sopraffino per le melodie, che lasciano realmente senza parole. Chitarre ruvidissime e soniche, come piacciono a noi. Nel 2019 li aspettiamo al varco!
TRACK: BURNING HOUSE – Peach
Beh, signori che sorpresa. Ricordavamo questi eroi di Southampton, chiamati Burning House, come devoti dello shoegaze, con i My Bloody Valentine come punto d’arrivo fondamentale e invece ecco che ci dobbiamo ricredere grazie a questa delizia che si chiama “Peach”.
Qui, più che con i MBV, siamo in territori cari ai primi Teenage Fanclub o a Evan Dando, in vena certo di fare un po’ di casino con la chitarra, ma non certo a pulsioni shoegaze deraglianti. C’è la melodia, c’è il suono bello pieno degli anni ’90 e questo power-pop con il tiro della ballata.
Ci piace tantissimo questo brano vecchio stampo!
TRACKS: FONTAINES D.C. ““ Boys In The Better Land/Chequeless Reckless
Avevamo conosciuto questi ottimi ragazzi irlandesi grazie a un pugno di brani dall’animo fottutamente rock’n’roll, tra Clash e primi Vaccines. Strafottenti e carichi, con un bagaglio melodico bello ricco di sorprese. Ma è proprio l’atteggiamento quello che ci ha sempre colpito in loro, fin da “Liberty Belle”, passando per “Winter In The Sun” per arrivare ora alla doppietta “Boys In the Better Land / Chequeless Reckless”.
Tra The Fall, Idles, The Stooges, punk e un groove pazzesco i nostri piazzano una doppietta da capogiro veramente!
Nel corso del 2018 la loro fama è aumentata a dismisura. Scommettiamo che nel 2019 fanno il botto?
TRACK: SPIELBERGS – Distant Start
Attenzione perchè qui siamo già a due colpi perfetti, 2 centri pazzeschi del bersaglio. Stiamo parlando di questo terzetto di Oslo che si chiama Spielbergs e che vi avevamo già segnalato a inizio marzo per via di un esordio travolgente come “We Are All Going to Die”. Ora il secondo proiettile si chiama “Distant Start” ed è nuova anticipazione dell’ EP omonimo atteso per il 27 aprile (l’articolo usciva a inizio aprile). Power pop fragoroso, con un piglio carico e lanciato alla Fidlar, ma senza senza sorrisi e perdite di tempo da cazzari, questi vanno giù che è un piacere: compatti, intensi e con un ritornello che ti stende.
Siamo completamente esaltati per questi eroi!
EP: NAH – Summer’s Failing
E’ ovviamente già andato sold out il delizioso EP d’esordio dei Nah.: Estella e Sebastian sono letteralmente baciati in fronte dal dio del pop e piazzano gemme indie-pop dal morbido sapore twee chi risultano irresistibili. Avevamo già assaggiato il loro zucchero filato con una prima anticipazione, ma ora abbiamo tutto l’EP disponibile e non possiamo che lodale la bontà del progetto Nah.
“Summer’s Failing” (di cui troviamo anche un remix dal sapore più shoegaze minimale) è così dolce e sensibile da farci commuovere al primo ascolto. Guitar-pop cristallino e dolcisissimo che fa il pari con il piglio più pimpante di “This Light Will Always Shine”, alla Belle and Sebastian. “Annie” è un mid-tempo perfettamente equilibrato, con voci dolci e soavi che si rincorrono e s’intrecciano e finale perfetto con una punta di distorsione. “Linus” è già un classico: ballata avvolgente e carezzevole che ci fa sognare, con una splendida coda strumentale. Favolosi!!!
TRACK: VIOLET – Jaded
Sono ancora ottimi percorsi popedelici quelli percorsi dai talentuosi Violet, che tornano dopo l’ottimo esordio di “Feel”. Riverberati e melodici i Violet lo sono anche in questa nuova “Jaded”, che si accende di bagliori sonici nel ritornello e ci porta in un delizioso paradiso guitar-pop che inebria i sensi, in cui i Suede abbracciano pulsioni shoegaze.
TRACK: SISTERAY – Wannabes
Non facciamo mistero di adorare, tra le band emergenti made in UK, gli ottimi Sisteray e il loro acuto indie-rock, tagliente nelle chitarre quanto nei testi. La band è davvero pronta a fare il grande salto che, siamo sicuri, coinciderà con il loro album d’esordio. Nel frattempo ecco il loro nuovo, micidiale, singolo “Wannabe” che anticipa “Sisteray Said”, EP in uscita a settembre (ndr: l’articolo usciva ad inizio agosto)
TRACKS: PLASTIC GIRL IN CLOSET – Like A Strawberry / LOVE IS FUN
Avevamo già parlato di questi fenomenali Plastic Girl In Closet un paio di mesi fa, facendo notare come non stiamo parlando di un gruppo alle prime armi. Ora vi proponiamo altri due brani di questo terzetto asiatico che snocciola indie-shoegaze-pop con una facilità melodica impressionante.
L’occasione ci arriva da “Lesson1” che da loro la possibilità di riprendere materiale uscito nel 2010-2012 e ri-registrarlo. Questi due brani ci spingono a prendere in mano il dizionario e tentare di fare un pre-order in tempo zero.
“LOVE IS FUN” è un brano travolgente, con la ritmica che spinge a tutta birra e le chitarre soniche che disegnano una trama super coinvolgente. Un brano esaltante a dire poco!
“Like A Strawberry” se fosse uscita a nome Pains Of Being Pure At Heart, quelli del primo disco, saremmo qui a parlarne ancora oggi. Un tripudio melodico/shoegaze!!
TRACKS: TINSEL HEART – Mona’s Eyes / American Friend
Avevamo già conosciuto i Tinsel Heart per essere stati presenti in una compilation della Matinèe Recordings con il brano “Talk”, ma in realtà la band di Malmö, aveva già piazzato altri ottimi brani che lasciavano intendere un grande amore per il fragore chitarristico e le melodie di casa Sarah Records.
Ora però li ritroviamo con due brani nuovi, “Mona’s Eyes” / “American Friend”, che si avvicinano al sound degli Smiths e al lavoro chitarristico proprio del buon Johnny Marr. Un salto di qualità in avanti per una band che sta migliorando sempre più! Bravissimi!
TRACK: LIPS – Apartment
A inizio gennaio di quest’anno usciva “Never Makes Sense”, il primo EP dei Lips, che ci conquistò per una grazia e una dolcezza pop non comuni, vicini certo al sentire di una band come gli Alvvays, ma con un manto sognante più spesso, capace di avvolgere e di ovattare in modo delizioso la band.
Ora è tempo di “Apartment”, il nuovo bellissimo singolo del gruppo composto da Rachel Anstis, Alex Smith, Theo Dorian e Christian Wright, ancora in grado di veicolare soffici magie guitar-pop. Da innamoramento immediato!
EP: WHENYOUNG – Given Up
Melodie super pop in un reticolato di rock leggero ed ammiccante, intelligentemente tirate a lucido, il singolo “Given Up” che dà il nome all’EP è coinvolgente e carico, “Heaven On Earth” tintinnante, energetico e contagioso, “Sleeper”, unico pezzo a non essere già stato precedentemente diffuso, chiude i giochi con un’atmosfera delicata, afflitta, arricchita dall’arpeggio dell’acustica e dai violoncelli, ottima per dimostrare che il ventaglio creativo si può ampliare con dimestichezza dei mezzi e il giusto savoir faire.
Nel mezzo, la cover di “Dreams” di casa Cranberries, omaggio a Dolores O’Riordan ed alla nativa Irlanda.
Le luci si stanno accendendo decise sui whenyoung (recenti nuove date di supporto ai Blossoms e l’inserimento nelle line up di alcuni festival per la prossima estate): se avete qualche pound da scommettere, questa puntata sembra quasi un investimento dalla sicura resa…
TRACK: FANCLUB – Stranger
Beh, allora ditelo che volete colpirci al cuore! Li nel profondo, dove si annida la vera passione. Centro perfetto per i Fanclub che, ormai è chiaro, hanno deciso di creare solo canzoni meravigliose. Noi ascoltiamo a restiamo a bocca aperta. Ecco “Stranger”, e la magia, come sempre, si ripete…
TRACK: US – The Stars that Arc Across the Sky
E’ dal loro inizio che teniamo gli occhi aperti sugli Us, la band che vede coinvolti Andrew Montgomery e Leo Josefsson e ora lo possiamo dire forte, dopo questo singolo: gli Us sono una delle band che attendiamo con maggior trepidazione in questo 2019 in arrivo.
Il loro taglio elettronico, sempre molto cinematografico e vicino all’estetica dei Depeche Mode si bagna ora di pop, presentando una magnifica melodia solare, che viene ovviamente esaltata dalle qualità vocali di Andrew.
Un pezzo favoloso questo “The Stars that Arc Across the Sky”!
TRACK: MAY – Falling
Beh, cosa possiamo dire di fronte a un brano simile?
Pelle d’oca per questa ballata pianistica di May che mette in mostra doti canore che ci lasciano senza fiato. Questo è il suo singolo d’esordio vero e proprio, ma in realtà la fanciulla aveva già rilasciato altri brani sempre caratterizzati dal suono del piano e dalla sua voce cosi cangiante e struggente (facile accostarla ad Anohi). Un pezzo superbo come “Sunday Night” ad esempio, caratterizzato anche da uno splendido arrangiamento.
Ora, ad anticipare quello che dovrebbe essere un EP imminente, arriva “Falling” che punta dritta al cuore, non a caso parla di un amore andato e insostituibile
TRACK: AVALANCHE PARTY – Porcelain
Il nostro consiglio spassionato? Occhi aperti su questi micidiali Avalanche Party. La loro carica garage-punk-rock è capace di spazzarci via in un istante. Avevamo già avuto modo di constatare la cosa con i precedenti singoli, ma ora questo “Porcelain” ci convince sempre più che puntare su di loro è la cosa giusta da fare. Capaci di scosse di adrenalina pura, sanno anche diventare minacciosi e oscuri, come dimostrava il brano “I’m so Wet”.
Il nuovo pezzo è ipnotico, carismatico e dannatamente accattivante, con questo fragore che poi di colpo abbassa i toni per diventare magnetico. Come stare sulle montagne russe. Da pelle d’oca.
ALBUM: THE LAST DETAIL – The Last Detail
Esce per Elefant Records questo prezioso album che segna la riuscitissima collaborazione tra Erin Moran (A Girl Called Eddy) e Mehdi Zannad (Fugu). Se dovessimo trovare una parola per discreverne il suono, beh, non potremmo che usare “incantevole”. Delicate magie romantiche, che guardano agli anni ’60/’70, con una scrittura semplice, ricca di fascino ed eleganza. Uno di quegli album che se ne fregano delle mode, del tempo in cui viene realizzato e guarda solo alla sensibilità degli autori e di chi ascolta. Un lavoro che arriva al cuore.
C’è questa sottile malinconia di fondo che fa capolino in ogni brano, mentre arrangiamenti e strumentazioni sempre preziose e curatissime danno lustro ad ogni melodia. Si passa da una “Lazy”, in cui spicca la classicità di un piano e e degli archi trionfali a un lieve tocco di elettronica anni ’80 in “Talk To Me”. In genere i ritmi sono bassi, il disco è senza dubbio adatto (come accennavamo prima) a cuori dolci e palpitanti: ballate senza tempo, struggenti (“You’re Not Mine”, tanto per citarne una), ma anche mid-tempo che si fanno avvolgenti e così melodici per cui l’innamoramento è immediato (“Places”).
Ve lo assicuriamo, se riuscite ad arrivare indenni senza i lacimoni a “Photographs”, beh, ci penserà questa stessa perla a farvi cedere. Da pelle d’oca.
TRACK: SWIMMING TAPES – Easy Strand
Cominciavamo un po’ a preoccuparci per l’assenza dei cari Swimming Tapes, fermi ai box da un po’ troppo tempo. Il nuovo singolo “Easy Strand” è ovviamente delicatissimo. Morbida brezza di fine estate che accarezza i nostri sensi.
Un gruppo e un brano favolosi.
ALBUM: TOMBERLIN – At Weddings
Era già uscito questo disco l’anno scorso (7 canzoni), via Joyful Noise Recordings, ma ora trova nuovi riflettori (e l’aggiunta di nuovi brani) grazie alla ripubblicazione (meritata e doverosa) della Saddle Creek. Avevamo già parlato della fanciulla, ma ora che l’album è uscito e le recensioni stanno arrivando, beh, ci teniamo anche noi a tessere le lodi di Sarah Beth Tomberlin. Fragili e intimi cristalli acustici che segnano il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, lo sguardo al passato (rassicurante) e i dubbi per un futuro (nebuloso), mentre la maturità bussa alla porta, con tutto il suo carico di promesse, solitudini, rimpianti e insicurezze mascherate da sicurezze, mentre il retaggio religioso della famiglia permea comunque l’ambiente, nel bene e nel male, perchè la fede si può anche perdere e perchè questi dolci e autunnali inni pastorali hanno davvero un aura quasi sacra e mistica.
Non sarà la prima volta che sentiamo argomenti simili in musica, certo, ma la grazia assoluta con cui la voce di Sarah si sposa alla sua chitarra e queste melodie così candide, no, quelle non sarà così facile trovarle.
In un disco meravigliso che si eleva per un gusto semplice e misurato e l’attenzione alle piccole (ma fondamentali) cose (anche negli arrangiamenti stessi) ecco che brillano due parle assolute, messe in successione come la ballata pianistica “I’m Not Scared” e quell’incanto che è “Seventeen” (un violino che dialoga con questo lavoro di finger-picking alla chitarra), da pelle d’oca. Con una doppietta simile non ci sarebbe già null’altro da dire, ma c’è anche il resto del disco. Che va amato.