Da qualche anno ormai il venerdì è il giorno della settimana consacrato alle uscite discografica. Quale migliore modo allora per prepararsi mentalmente all’imminente sospirato weekend se non quello di passare in rassegna le migliori album usciti proprio nelle ultime ore ?
I dischi attesi per mesi sono finalmente tra noi… buon ascolto

DEERHUNTER – “Why Hasn’t Everything Already Disappeared?”
[4AD]

Depressione orwelliana a parte, tra strappi ipnotici (l’interludio solo synth-batteria “Greenpoint Gothic”) e un’ode all’ultima estate di James Dean prima di bruciarsi e consegnarsi al mito per sempre (“Plains”), nell’album si susseguono una serie di bozzetti altamente melodici impreziositi dalla chitarra straripante di Tim Presley aka White Fence e dal clavicembalo di Cate Le Bon (che si staglia abbacinante nell’opener “Death In Midsummer”).
Non siamo al cospetto di quel colpo al cuore inferto da “Halcyon Digest” quasi dieci anni fa, ma anche stavolta la mela non è caduta distante dall’albero
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JAMES BLAKE – “Assume Form”
[Polydor]

E alla fine Amazon France aveva ragione. Lo spoiler trapelato inavvertitamente (?) sulle pagine del colosso delle vendite online ad inizio gennaio si è rivelato fondato. James Blake sorprende tutti pubblicando a sorpresa il suo nuovo attesissimo disco. La parata di illustri featuring non manca (Travis Scott, Andrè 3000, Metro Boomin, Moses Sumney e Rosalia) così come, a giudicare dai primi singoli, il tocco magico del super-producer inglese. Non ci resta quindi che testare con orecchie “Assume Form”:

PEDRO THE LION – “Phoenix”
[Polyvinyl]

Nasceva nel lontano 1995 il progetto Pedro The Lion, capitanato da David Bazan, che poi lo chiudeva nel 2006. Ma non tutto era finito. Pedro The Lion torna nel 2017 e ora ecco, finalmente, il seguito di “Achilles Heel”, datato ormai 2004. Attendiamoci, come sempre, di essere avvolti dalle melodie introspettive ma anche dalla vitalità  di un progetto che ci ha sempre affascinato.

SHARON VAN ETTEN – “Remind Me Tomorrow”
[Jagjaguwar]

Si chiama “Remind Me Tomorrow” il nuovo album di Sharon Van Etten. Il disco è stato scritto durante la sua gravidanza, sul piano e non alla chitarra. “Voglio essere una mamma”, dice Sharon, “una cantante, un’attrice, andare a scuola, ma cavolo ho una macchia sulla mia maglietta, pappa d’avena sui capelli e mi sento in disordine, ma sono qui. Questo album parla del perseguimento delle passioni”.

THE TWILIGHT SAD – “It Won/T Be Like This All the Time”
[Rock Action]

Sono passati quasi 4 anni dal precedente album, ma l’intensità  che mettono i Twilight Sad nella loro musica è sempre immutata. Adoriamo questi nuovi singoli anticipatori del nuovo album, il quinto, della band scozzese

TORO Y MOI – “Outer Space”
[Carpark]

Bundick col progetto Toro y Moi era sempre riuscito con enorme successo a creare delle atmosfere basate sul non detto, dove l’immaginazione dell’ascoltatore era fondamentale.
La produzione artigianale, eterea e psichedelica dei precedenti LP lascia qui spazio a suoni patinati, precisi, netti, senza sbavature. Il lavoro risulta quindi ballabile e tecnicamente ottimo, ma rischia di cadere nell’asettico.
Quindi, rispondendo alla domanda in apertura, Bundick si è preso un rischio calcolato, il disco si lascia ascoltare, ma Toro y Moi ci aveva abituati a lavori migliori.

STEVE GUNN – “The Unseen In Between”
[Matador]

Anticipato da 3 singoli (“New Moon”, “Stonehurst Cowboy” e “Vagabond”) esce oggi via Matador “The Unseen In Between” il nuovo disco di Steve Gunn. “The Unseen In Between”, evoca viaggi, tempeste (vere ed emotive) e presenta un ricco cast di personaggi incontrati sulla via. Prodotto dal collaboratore James Elkington e lavorato in studio da Daniel Schlett, questo è l’album che promette di confermare Steve Gunn nel pantheon dei grandi cantautori di questa era.

STEVE MASON – “About The Light”
[Domino]

Quarto capitolo della sua avventura solista per Steve Mason storico ex-frontman della Beta Band.
Registrato lo scorso anno tra Londra e Brighton insieme al noto produttore Stephen Street (The Smiths, The Cranberries, Blur), questo nuovo disco ha visto il musicista scozzese coinvolgere per la prima volta anche la sua live-band nell’intero processo creativo.

JOE JACKSON – “Fool”
[Edel]

“Fool” è il ventesimo lavoro in studio dell’artista che celebra i quarant’anni di carriera di Joe Jackson.
L’album è stato co-prodotto dal cantautore e dal produttore Pat Dillett (David Byrne, Sufjan Stevens, Glen Hansard, ecc) ed è suonato dalla stessa band che segue Jackson dai tempi di “Fast Forward”, disco del 2015: Teddy Kumpel alla chitarra, Doug Yowell alla batteria, e Graham Maby al basso, con cui collabora da lunghissimo tempo, proprio da quel primo album pubblicato quarant’anni fa.

MAGGIE ROGERS – “Heard It In A Past Life”
[Capitol]

Già  con il singolo “Alaska” (2018) in molti avevano inserito il nome di Maggie Rogers nella lista degli esordienti da tenere sott’occhio per il 2019. “Pop catartico” l’aveva definito Pitchfork, “celebrazione di cambiamento terrificante e al tempo stesso elettrizzante” secondo NPR, se siamo veramente di fronte alla nuova sensazione pop che ci addolcirà  (e perseguiterà ) i prossimi mesi è arrivato il momento di scoprirlo passando all’ascolto del suo debut album “Heard It In A Past Life”.