A tre anni esatti di distanza dal loro terzo album, “Who Sold My Generation”, i Night Beats sono ritornati questo weekend con un nuovo lavoro sulla lunga distanza, realizzato ancora una volta per Heavenly Recordings.
Nonostante l’assenza della sezione ritmica originale, il frontman e chitarrista Danny “Lee Blackwell” Rajan Billingsley ha proseguito il suo cammino, facendosi aiutare da Dan Auerbach dei Black Keys, che ha prodotto il disco, e da una serie di musicisti che in passato avevano già lavorato insieme ad Aretha Franklin ed Elvis Presley.
Sarà stato l’aiuto del frontman dei Black Keys, il periodo difficile per il suo gruppo, la voglia di fare qualcosa di nuovo e fresco ““ sia per chi ascolta che per se stesso ““ ma su questo quarto LP Lee Blackwell ha voluto aggiungere nuovi elementi alla sua tavolozza, senza pur perdere il senso delle sue origini musicali, con sapori che passano anche per il soul, il blues e per il rock, oltre che per la nota psichedelia.
Pieno di scintillanti chitarre acustiche ed elettriche, il primo singolo “Her Cold Cold Heart” apre i giochi trasportandoci verso territori soul con un coro incredibilmente delizioso e ispirato, mentre “I Wonder”, con le sue tastiere e i suoi ottimi archi, ci mostra arrangiamenti puliti e lussuosi.
“Eyes On Me” e “One Thing”, invece, non nascondono le loro acide influenze psych-rock, senza cercare di allontanarsi troppo dalle passate produzioni; “Too Young To Pray” poi chiude il disco in maniera riflessiva, trovando ancora sapori soul di classe e delicati.
“Myth Of A Man” mostra come i Night Beats abbiano saputo sviluppare nuove idee e portarsi su territori che finora non avevano esplorato: il risultato è una mezz’ora dalle atmosfere rilassate e dal sound assolutamente gradevole.