Il nuovo album di James Blake è stato uno dei più dibattuti di inizio 2019. L’attesa inutile nasconderlo era alta, soprattutto al di là della Manica ma anche tra i tanti che avevano apprezzato in passato un musicista dalla sensibilità particolare, che con l’esordio “James Blake” e il successivo “Overgrown” era stato capace di svecchiare il mondo del pop britannico sperimentando con suoni e collaborazioni non certo scontate. Che qualcosa fosse cambiato lo si era già capito con “The Colour In Anything”, che alzava il tiro anche grazie alla presenza di Justin Vernon, Frank Ocean e Rick Rubin.
La forma che James Blake ha scelto di assumere nell’album numero quattro è diversa. Dodici brani (contro i diciassette del precedente) e un sound che cambia di continuo, passando rapidamente da ballate piano e voce leggermente sporcate di elettronica a incursioni nell’ R&B con l’aiuto di un beat maker e produttore come Metro Boomin (che ha fatto la fortuna di Gucci Mane, Drake, Future) di Travis Scott e di Moses Sumney.
Il falsetto di James Blake è in buona forma e no, non si è convertito alla trap dura e pura. Il meglio lo dà sempre quando si impegna in piccoli gioiellini da carillon come “Into The Red” o quando riscopre sonorità dolcemente soul in “Can’t Believe The Way We Flow”. Divertente il duetto con Andrè 3000 (“Where’s the Catch?”) e di classe quello con Rosalàa, nuova leva del pop latino che oltreoceano è già considerata una futura star. Meno a fuoco “Are You In Love?”, “I’ll Come Too” e “Power On”.
James Blake è cambiato, non c’è dubbio ma forse è cambiato anche il pubblico a cui si rivolge. Non è più l’outsider degli esordi ma un artista ormai affermato, che nei testi si mette a nudo con sincerità . Non è da escludere che voglia provare a sfondare nel mercato americano con la sua musica, non solo come partner di lusso di Jay – Z, Beyoncè o Kendrick Lamar. Cosa che spiegherebbe molte delle scelte fatte in “Assume Form”, un disco che potrebbe trasformare James Blake nella più atipica delle pop star.
Credit Foto: Amanda Charchian