Che bellezza, questi The Figurants.
C’è Matt McClure (già titolare effettivo del precedente progetto Red Kitchen) dietro questa nuova creatura con casa base a Seattle: non più dei ragazzini, certo, bensì autentici mestieranti con però quel tocco di bravura che li rende davvero interessanti e meritevoli di attenzione.
Iperproduttivi (da Febbraio 2018, questo è ben il quarto album) ma non a discapito della qualità , un ottimo cantautorato dal mantello lo-fi che non disdegna le giuste trame melodiche, un po’ Belle and Sebastien, un po’ Teenage Fanclub, per canzoni che sanno di fresca rugiada mattutina, fatte di quotidianità , sentimenti e pensieri personali ed autentici, bravi anche ad innescare marce più grintose (provare “Hilltop Hypnotics”) senza però mai alzare i toni o cercare diverse e forzate traiettorie stilistiche.
Questo è l’indie che ci piace: un plauso quindi a Matt McClure e ai The Figurants. E buona fortuna.