Ambizioso il progetto dei Foals, che, dopo aver firmato il contratto con la Warner, hanno deciso di realizzare un doppio album, la cui prima parte è uscita questo weekend, mentre la seconda arriverà solamente in autunno.
Sono passati ben quattro anni da “What Went Down” ed è lecito aspettarsi un lavoro importante dalla band di Oxford (il loro primo senza il bassista originale Walter Gervers): in questi quaranta minuti Yannis Philippakis e compagni avranno saputo ritrovare la brillantezza dei loro primi lavori, dopo che il precedente non aveva ottenuto riscontri troppo favorevoli da fan e critica?
Pur non essendosi totalmente allontanati dalle loro influenze math-rock originali, comunque dobbiamo ammettere che i Foals hanno un approccio nuovo, diverso e fresco, ma ““ a nostro avviso ““ non sempre convincente.
Spesso senza avere l’urgenza dei lavori passati, “Everything Not Saved Will Be Lost” non ci sembra il miglior lavoro del gruppo inglese: “Syrups”, con quel suo basso dai ritmi funk, tende a portare i Foals fuori strada, “Cafe D’Athens” sperimenta con xilofono e vibrafono, ma non riesce a centrare la meta (da salvare solo le percussioni dai profumi tropicali); “Sunday”, invece, dopo una bellissima prima parte dai toni cupi e riflessivi, impazzisce totalmente con pompose e inutili influenze dance che non riusciamo proprio ad apprezzare.
“White Onions” è probabilmente la nostra traccia preferita e, dopo un inizio dalle tinte tenebrose, spinge sull’acceleratore e un drumming poderoso e un basso frenetico aiutano ad aggiungere un’energia inaspettata e diventa impossibile rimanere fermi; molto bella anche la opening-track “Moonlight”, in cui il gruppo di Oxford riesce a creare con grande leggerezza sensazioni atmosferiche degne di nota.
Dobbiamo aspettare l’autunno e ascoltare la seconda parte prima di dare un giudizio definitivo, ma questa prima metà del progetto, pur non essendo insufficiente, non è riuscita a farci scattare la molla della convinzione: non possiamo negare a Yannis e soci il merito di aver provato a intraprendere nuove direzioni, ma in alcuni casi la mossa non è risultata la più vincente.
Credit Press: Alex Knowles