Meglio dichiararlo subito: il Country-Folk non è un “paese” per vecchi.

Dal Canada, con i suoi ventitrè anni e una voce baritonale da brividi,  Colter Wall è la conferma che quello che conta è l’attitudine, non il genere di musica che suoni.

Un ritorno a Milano, quello di stasera al Circolo Magnolia, dopo il successo riscosso a fine gennaio per la presentazione del suo secondo Lp, “Songs Of The Plains”, uscito lo scorso ottobre via Young Mary’s Record Co.

Cappello da cowboy, stivali, barba lunga e vocazione da outlaw d’altri tempi.

Sono le 22.15 quando sale sul palco e infiamma un pubblico numeroso e trepidante. La partenza è lenta, morbida ed evocativa. Chitarra acustica, voce profonda e ruvida per Old Paint, The Trains Are Gone, Caroline. Impossibile non essere rapiti. Il ritmo cresce e si fa più veloce con l’ingresso della band sul palco: una pedal steel e un’armonica che regalano una magia malinconica su cui si inseriscono i battiti fluidi e discreti di basso e batteria.

Thirteen Silver Dollars, Saskatchewan in 1881, Thinkin’ on a Woman, Motorcycle, ad ogni pezzo una standing ovation.

Se i riferimenti principali sono Waylon Jennings, George Jones e Johnny Cash, a Colter Wall bisogna riconoscere un’innata abilità  nel condurre il pubblico in un viaggio che profuma di terra e polvere.

Racconti di uomini, vagabondi ed eroi, strade e praterie.  Una miscela di spazi sconfinati  dove la dimensione temporale si dilata e scompare.

Una profondità  poetica toccante, romantica e ribelle.