A rendere davvero indimenticabile il quarto album prodotto da Madonna sono i suoi innumerevoli contrasti. Nelle undici tracce di “Like A Prayer”, dicotomie apparentemente inconciliabili entrano in rotta di collisione per dar vita a un’idea rivoluzionaria (almeno per l’epoca) di pop d’alta classifica. Nessuna confusione, però; semmai tanta, ma veramente tanta ambiguità . Nella celeberrima title track, giusto per fare un esempio, il legame tra immaginario religioso ed erotico è talmente saldo da rappresentare l’essenza stessa della spiritualità  così come intesa dalla cantante di origini italiane.

Da questo punto di vista, alcuni versi del ritornello (I’m down on my knees/I want to take you there il passaggio più significativo) sono a dir poco espliciti. L’atto sessuale diventa “una piccola preghiera” da condividere con il proprio partner; se “la vita è un mistero” e “ognuno deve cavarsela da solo”, l’unico modo che abbiamo per sfiorare il sacro è abbandonarci al piacere fisico/estasi divina. Inutile dire che non tutti apprezzarono questa interpretazione alquanto libertina della fede.

I crocifissi in fiamme e gli atteggiamenti ammiccanti nell’iconico videoclip diretto da Mary Lambert erano davvero troppo per associazioni religiose e Vaticano. Un inviperito Giovanni Paolo II invitò gli italiani a boicottare concerti e dischi di Madonna; gli italiani non se lo fecero ripetere due volte e, seguendo l’esempio del resto del mondo, spedirono “Like A Prayer” al primo posto della classifica. Neanche il pontefice polacco riuscì a fermare il successo della regina del pop, che chiuse il decennio più rappresentativo della sua carriera con un album da dieci e lode.

Doveva essere il lavoro della maturità , ma si trasformò in qualcosa di molto più ambizioso: un diario intimo e senza filtri di una superstar che, nonostante il ricchissimo budget a disposizione, preferì ridurre al minimo i ritocchi in fase di postproduzione, allontanandosi con cautela dal suono patinato degli esordi. Sono proprio le piccole, quasi impercettibili imperfezioni che attraversano i brani più intensi a restituirci l’immagine di una Madonna lontana anni luce dallo stereotipo della diva: al posto della material girl dei tempi di “Like A Virgin” c’è una donna di trent’anni che vuole tirare fuori tutta la sua fragilità , al punto di farsi rompere la voce dall’emozione.

E così, con non poca sofferenza, vengono riaperte le ferite interiori lasciate dal burrascoso matrimonio con Sean Penn (“Till Death Do Us Apart”), dalla morte di una madre conosciuta a malapena (“Promise To Try”) e dalla tragedia di un amico ucciso dall’AIDS (“Spanish Eyes”). Fino ad arrivare a quella che, almeno a mio parere, resta la ballad più bella scritta dalla signora Ciccone: la struggente “Oh Father”, un piccolo capolavoro del pop anni Ottanta nel quale torna con prepotenza il tema dei contrasti di cui accennavo in apertura.

La canzone, come facilmente intuibile dal titolo, è dedicata a suo padre, un uomo con cui la cantante del Michigan non ha mai avuto un rapporto idilliaco. Nel testo, pieno zeppo di contraddizioni, assistiamo a una sorta di dialogo tra i due, con la figlia in costante bilico tra condanna (You can’t hurt me now/I got away from you/I never thought I would/You can’t make me cry/You once had the power/I never felt so good about myself) e perdono (Oh father, you never wanted to live that way/You never wanted to hurt me/Why am I running away?).

Insomma, a questo punto lo avrete capito: in “Like A Prayer” le lacrime si sprecano. Il clima generale, tuttavia, tende sempre al sereno: i momenti più ballabili del disco (“Express Yourself”, “Cherish” e “Keep It Together”) e la deliziosa gemma psichedelica “Dear Jessie” sono inni sprizzanti ottimismo e spensieratezza, pur trattando temi non banali come emancipazione femminile, vita di coppia e famiglia. E che dire di “Love Song”? Non sarà  nè la più conosciuta, nè la più memorabile del lotto, ma è proprio questa traccia a consegnare l’album alla storia del pop. Un duetto tra due artisti della stoffa di Prince e Madonna non è solo un sogno per tutti gli amanti del genere: è un vero e proprio evento epocale. Impossibile dimenticarselo.

Madonna ““ “Like A Prayer”
Data di pubblicazione: 21 marzo 1989
Tracce:  11
Lunghezza: 51:16
Etichetta:  Sire
Produttore: Madonna, Patrick Leonard, Stephen Bray, Prince

Tracklist:
1. Like A Prayer
2. Express Yourself
3. Love Song
4. Till Death Do Us Apart
5. Promise To Try
6. Cherish
7. Dear Jessie
8. Oh Father
9. Keep It Together
10. Pray For Spanish Eyes
11. Act Of Contrition