di Fabio Campetti
L’anno appena concluso ha fatto segnare il cinquantesimo anniversario (forse mezzo secolo fa più effetto) della nascita di uno dei gruppi più importanti della storia del rock, ovvero i Jethro Tull. Insieme ai tantissimi noti che hanno, di fatto, inventato la musica moderna, ci sono anche loro. Quindi Ian Anderson, che comunque non ha mai smesso di portare in giro la propria musica, a maggior ragione, torna in tour per celebrare questo storico compleanno.
Passa anche in Italia e lo fa per alcune date primaverili e altre già in calendario per la prossima estate. Una di queste è stasera al Brixia forum, a Brescia appunto, palazzetto di recente costruzione, manco a dirlo rigorosamente sold out, pieno zeppo di fan della vecchia guardia a pagare il doveroso tributo ad una vera leggenda, ma anche qualche giovane in avant scoperta. L’atmosfera è assolutamente d’altri tempi e il tutto lascia a presagire ad una serata di quelle importanti. Ovviamente la scaletta recita e impone un best of assoluto, quasi biografico, con i cavalli di battaglia della band di Blackpool serviti uno dopo l’altro da “Love Story”, “Song for Jeffrey”, “My Sunday Feeling”, “Some Day the Sun Won’t Shine for You” o “Dharma for one” dal primissimo disco “This Was” del 1968 (Il più suonato, biglietto da visita di questa incredibile avventura), passando per alcune tracce del capolavoro “Aqualung” la sempre stupenda title track, ipnotica e lungimirante, “My God” e la conclusiva “Locomotive Breath”.
Come non citare “Thick ad a brick”, l’imponente “Heavy Horses” o una delle loro più belle “Too Old to Rock ‘n’ Roll: Too Young to Die!” title track di un disco uscito nel 76′ che sa proprio di psichedelia e progressive, ma anche “Songs from the wood” title track di un altro loro storico lavoro pubblicato nel 77′, insomma tutti i diamanti migliori e preziosi di una discografia lunga generazioni. Un live studiato al dettaglio con eterogenei filmati che accompagnano l’esecuzione dei brani che spiegano, a volte, l’evoluzione della band, ulteriormente intramezzati da piccoli interventi di artisti legati ai Jethro Tull per affetto, stima o per un percorso fatto insieme (Più di 30 musicisti hanno gravitato attorno a questo enorme collettivo per oltre 3000 concerti). Ian Anderson in formissima, come se le quasi 72 candeline fossero un dettaglio inesistente, canta, suona e folleggia come ai tempi migliori, quasi due ore di spettacolo e la meritatijssma ovazione finale con il pubblico tutto in piedi a salutare e ringraziare per questo piccolo grande evento.
Credit Foto: Brian Marks / CC BY