La storia dell’inglese Yolanda Quartey – originaria dalle Barbados da cui la madre emigrò quando ancora la cantante era ancora una bimba – assomiglia veramente a una favola.
Non è stato facile infatti per Yola arrivare al traguardo del primo album: lo fa a 35 anni compiuti, mettendoci dentro tanto del proprio vissuto e delle proprie contrastanti emozioni. E lo fa in grande stile, con un album di assoluta classe, in cui va ad attingere a piene mani da un retaggio americano, debitore del miglior country e dall’immaginario che ne consegue. Anche se ascoltandola e venendo istantaneamente rapiti dalla sua voce, così calda e profonda, delicata e avvolgente, è impossibile non immaginarla mentre si cimentava con qualche standard soul e r’n’b.
Ovvio che una voce così non potesse rivelarsi dal nulla, e così tardi. Infatti già poco più che maggiorenne era stata notata, lei con la sua prorompente fisicità , ed era finita a incidere nell’ombra per vari artisti di matrice pop ma anche dance. Una gavetta fatta di concerti, a prestare il fianco come corista nelle retrovie, spesso solo in studio. L’apice sembrava essere già stato raggiunto, con una effimera collaborazione con i Massive Attack, ma la ragazza sin da quando era bimba e si dilettava a cantare alla madre i successi di Aretha Franklin, sognava un giorno di affermarsi come cantante e aveva superato già tempi assai bui. Infatti 15 anni fa, si era ritrovata addirittura senza più la possibilità di pagarsi l’affitto, vivendo per un periodo da homeless e lo stesso titolo del disco allude a un episodio realmente successo, con la cucina della sua casa che stava andando letteralmente a fuoco.
Nel 2016 per fortuna le cose potevano riprendere finalmente delle sembianze normali ma nel frattempo Yola, accolta benissimo nella comunità di Nashville, si era imposta di scrivere e cantare le proprie canzoni e fra i primi ad accorgersi del suo straordinario talento e della sua vitalità ci fu Daniel Auerbach dei Black Keys, che decide di prenderla sotto la propria ala.
Messa in contatto tramite Dan e la sua etichetta con la crème della musica country americana, tra cui il chitarrista Molly Tuttle, le canzoni iniziarono a prendere forma, ovviamente plasmate dalle influenze country di gente come Vince Gill e Stuart Duncan (entrambi hanno partecipato alla realizzazione dell’album) e spalleggiata su disco da musicisti di gran calibro come il vecchio pianista Bobby Wood, David Roe al basso e Gene Crishman alla batteria.
Ascoltando però le 12 tracce che compongono il disco è evidente la capacità e la voglia della cantautrice di spaziare dalle ballate alle canzoni midtempo, da episodi a forte ascendenza soul ad altri baciati dal pop più puro e cristallino. Il binomio con Auerbach, che produce il disco e la segue in fase di scrittura e composizione funziona dall’inizio alla fine, senza passi falsi.
La prima volta che accidentalmente ho ascoltato l’intensa “Faraway Look” stavo in macchina e volli assolutamente sapere di chi fosse quella voce senza tempo. L’album non mantiene quel livello di struggimento per tutti i brani ma atmosfere simili si riscontrano ad esempio anche nell’altra istant classic “It Ain’t Easier”. Altrove i toni sono magnificamente lievi, dalla vivace e primaverile title track alla rassicurante “Ride Out In The Country”.
L’album man mano prende le sembianze di un Bignami della musica americana del secolo scorso, sia detto non per sminuire, ma per illustrare la capacità di Yola di cimentarsi con diversi registri, il tutto con estrema naturalezza.
Una classe innata sembra pervadere la melodica “Shady Grove”, la romantica “Keep Me Here” e una “Love Is Light”, in cui l’ingresso dei fiati conferisce spessore e profondità . Altrove riecheggiano le migliori atmosfere da girl group anni ’60 (nella caleidoscopica “Lonely The Night” e nella ritmata “Still Gone”). Ma non ci sono solo brillantini, un alone di polvere è rimasto ed è presente in languide ballads come “Deep Blue Dream” e “Rock Me Gently”.
Insomma, non ho paura di sbilanciarmi nel definire quello di Yola come uno dei migliori esordi del 2019. La sensazione è che di questa determinata e talentuosa artista sentiremo parlare a lungo.