Jarvis Cocker ha in programma diverse date quest’estate (sarà  anche in Italia, al TOdays Festival): solleticà ti, e nostalgici, proviamo a buttare la lista dei migliori 10 brani della produzione a firma Pulp.

Scelgo, ancora una volta, l’ordine cronologico: in casi come questo, percorrere l’evoluzione della carriera, è quasi d’obbligo.

My Lighthouse
1983, da “It”

Ventenne, Jarvis esordisce con i suoi Pulp con questo album: il successo è lontano, lo stile è ancora tutto da costruire, ma il talento sembra esserci…



I Want You
1987, da “Freaks”

Qualcosa si muove, e prende lentamente forma.



Babies
1994, da “His ‘n’ Hers”

Il britpop sta nascendo, e i Pulp prendono, volenti o nolenti,  l’onda lunga: “Babies” esce nel 1992 e accende i veri riflettori su Cocker  e compagni.



Common People
1995,  da “Different Class”

“Different Class” è, a detta di tanti, il capolavoro dei Pulp: “Common People” a sua vola, diventa un inno del britpop tutto.



Disco 2000
1995,  da “Different Class”

A proposito di inni britpop…



Bar Italia
1995,  da “Different Class”

Difficile trovare punti deboli a “Different Class”: più semplice celebrarlo. “Bar Italia” in chiusura, poi, è un gioiello.



Underwear
1995,  da “Different Class”

Il tema della donna (e del  voyeurismo) per Cocker è ai limiti della perversione: “Underwear” ce lo ricorda.



This Is Hardcore
1998,  da “This is Hardcore”

Jarvis Cocker si stacca dalla flotta britpop e con “This is Hardcore” prende spiazzanti traiettorie noir: la title track è un capolavoro senza tempo.



Dishes
1998,  da “This is Hardcore”

<I am not Jesus though I have the same initials>: egocentrismo ne abbiamo?


The Trees
2001, da “We Love Life”

Il giocattolo si sta rompendo, ma l’eredità  che i Pulp lasceranno sarà  pesantissima.