Pochi sussulti in questo nuovo giro di giostra targato The Proper Ornaments. James Hoare e Max Claps mettono in mostra una buonissima conoscenza dei classici, che siano Velvet Underground o Elliot Smith, destreggiandosi con disinvoltura tra bozzetti anni ’60, psichedelia e guitar-pop avvolgente che predilige la ballata. Sta di fatto che questa conoscenza quasi mai si traduce in qualcosa di personale, che piazzi un guizzo vincente o una personalizzazione del suono. Tutto fila via liscio, piacevole, certo, ma assolutamente lineare e scolastico.
Il disco precedente ci era piaciuto di più, non abbiamo problemi a dirlo. Qui c’è un minimalismo a basso voltaggio ritmico che raramente ci esalta. Non che il disco sia brutto, ma francamente nemmeno ci fa battere forte il cuore. Un esercizio di stile che ci dice poco.
Credit Foto: Anna Sampson