I nostri lettori sapranno che IFB è stato media partner della manifestazione “Pendig Lips Festival” dedicata agli artisti emergenti, che quest’anno ha visto la vittoria degli Studio Murena. Il premio del nostro sito era quello di citare, per ogni serata “elimnatoria”, il gruppo che ci aveva maggiormente colpito.
Lo facciamo volentieri, complimentandoci, ovviamente, con tutte le band che hanno partecipato al contest…
Ci rivediamo all’anno prossimo!
Latente: La prima serata eliminatoria del Pending Lips Festival va in archivio con la segnalazione doverosa dei Latente, che non hanno paura a sbatterci in faccia preoccupazioni, rabbie e ansie tipiche di un certo periodo post-adolescenziale, inserite in un contesto indie-rock che non premieremo certo per l’originalità , ma sicuramente per una buona costruzione melodica (ritornelli che non si fatica affatto a ricordare) e per una discreta capacità di mescolare le carte, tanto energiche e ruvide quanto sincere e dirette.
Madbox: Seconda serata per il Pending Lips Festival e i nostri applausi vanno ai milanesi Madbox che buttano il cuore oltre all’ostacolo, sprizzando energia e carica alt-rock da ogni poro. Ci riportano dritti agli anni ’90, con deraglianti iniezioni grunge che incontrano la polvere del deserto, quello acido ma anche quello in cui le macchine, con la strada tutta dritta, sfrecciano senza controllo. Rallentamenti e momenti più cupi, urli incazzati piazzati a dovere e momenti più fottutamente sbarazzini per un bel pogo come si deve. Noi diciamo si!
Cityswell: Thomas Casotto si presenta al pubblico sotto il nome di Cityswell e nella terza serata del Pending Lips si porta a casa il nostro apprezzamento. Malinconico e con qualche morbida traccia soul il nostro Thomas cattura gli ultimi bagliori dell’autunno che si sta trafrormando in inverno. Cityswell si muove in quella linea d’ombra tra il folk e il rock appena più acustico, avvolgendo il tutto di suggestioni morbide, in modoche gli spigoli siano sempre arrotondati. Ci piace.
Bacon’s Chaos: Andiamo a premiare, in questo quarto giro di giostra del Pending Lips, la creatura sonora di Luca Zeni e Vittorio Villani. Ruvidi e cazzuti come se i ’90 non fossero mai finiti. Spigolosi, sporchi, secchi e diretti. Sicuramente con pochi fronzoli e con obiettivi ben chiari in testa e nel sound. A noi piacciono così, un bel calcio in faccia e i volumi belli alti.
Raee: Dura questa quinta puntata del Pending, perchè nessun artista in gara mi esalta, ma se devo trovare qualcuno che brilla un po’ nel buio beh, vado con i Raee che sicuramente sono pretenziosi e hanno dei brani anche troppo lunghi, ma non si risparmiano, mettono sul piatto synth, cambi di tempo, ritmi che si aprono e si spezzano e psichedelia anche sulfurea, che di certo non si sporca di pop. Un ventaglio di sonorità che guardano decisamente al passato, ma hanno un loro fascino, lo ammetto.
Antonio Palumbo: Nella sesta puntata del Pending Lips andiamo a premiare il pop-folk educatissimo di Antonio Palumbo. Il nostro non ci stupisce certo con effetti speciali e non mette in campo chissà quali magie vocali, ma fa le sue cose fatte bene, con linee melodie molto pulite e chiare e in “Clay” ci piace assai questo tiro alla Paul Simon. Un artista semplice verrebbe da dire, ma non crediate che la semplicità non vada premiata.
Jaco: Settima serata delle eliminatorie del Pending Lips e la nostra scelta va sulla morbidezza folk di Jaco. Plana leggero il nostro, con una piacevole cura melodica, battuta ritmica non invadente e piccoli arrangiamenti calibrati che, sopratutto in “Distance”, rendono oggettivamente affascinante la proposta.
Franz: Ultima eliminatoria e ultima segnalazione di Indie For Bunnies. Il premio della serata va all’eclettismo di Franz. La base potrebbe essere un folk dall’animo pop (solare) che incontra il cantautorato di Paolo Conte, ma anche la sana e incalzante ironia del primo Baccini, anche se, in realtà , quello che ci ha letteralmente esaltato sono gli arrangiamenti degni di Danny Elfman, che danno un brio e una vitalità incredibile. Non si preoccupa di “esagerare” il nostro e fa bene. Coinvolgente.