La settimana è iniziata da poco, ma è giusto spezzare il ritmo fin da subito con un buon concerto: è martedì sera e ci troviamo al Covo Club di Bologna per assistere alla terza tappa del tour italiano degli Still Corners, che presentano il loro quarto LP, “Slow Air”, uscito la scorsa estate via Wrecking Light, l’etichetta di loro proprietà .

Il duo londinese ora di stanza nello stato di New York si presenta sul palco della venue emiliana, accompagnato da un batterista, quando l’orologio segna quasi le undici meno dieci: la sala è decisamente piena e mancano veramente pochi biglietti al sold-out, segno del grande affetto da parte dei loro fan italiani.

Sebbene la setlist di stasera presenti (giustamente) una leggera maggioranza per i brani del nuovo disco, trovano spazio anche pezzi da tutti gli altri tre lavori predenti: a dare il via alla serata, però, è proprio una canzone nuova, “Black Lagoon”. L’atmosfera dreamy che Greg Hughes e Tessa Murray riescono immediatamente a creare è una delizia: si incomincia a navigare in un mondo fantastico e i cori angelici della bionda frontwoman e tastierista ci fanno volare verso territori celestiali, respirando sensazioni che sembrano provenire dagli anni ’80.

“Lost Boys”, pur essendo più vicino a riferimenti synth-pop, ci ricorda i Cocteau Twins, probabilmente per l’elevata qualità  del brano, mentre “Dreamlands” non solo ci permette di fluttuare, ma, pur con la dolcezza della voce della Murray, riesce a spingere verso l’alto e lascia alla rumorosa chitarra di Hughes lo spazio per creare ottime e preziose melodie.

Se “Cuckoo” risulta più guitar-oriented rispetto alla sua versione originale e, con l’aiuto anche di un drumming deciso, mette in luce un’inaspettata potenza, “Beginning To Blue” è letteralmente poesia per le orecchie dei numerosi presenti stasera al Covo Club: ancora una volta i vocals di Tessa incantano e quelle trame dream-pop che disegna con la sua tastiera ci ricordano i migliori Beach House. Paradiso vero.

La voce medidativa della frontwoman non nasconde, invece, i ritmi incalzanti, di “Endless Summer”, cortesia soprattutto dell’energica batteria, mentre “The Trip” chiude il mainset con un altro momento sognante da ricordare a lungo, con le tastiere ancora una volta protagoniste.

Era la prima volta che assistevamo a un concerto degli Still Corners, ma rimaniamo decisamente soddisfatti, perchè il loro dream-pop dalle tonalità  deliziose e paradisiache e dall’eccellente senso melodico ci ha conquistato subito: serate come queste ci ammaliano e non possono che rimanere nel cuore a lungo.