Sarebbe troppo facile dire che gli Inhlaer sono dei predestinati solo perchè un membro della band è il figlio del buon Bono degli U2. La formazione di Dublino, composta da Josh Jenkinson-Tansia, Robert Keating, Elijah Hewson e Ryan McMahon, infatti si sta facendo largo nell’affollata scena indie della città grazie a degli ottimi brani e non tanto grazie al lascia passare del cognome famoso, che comunque, siamo sicuri, aiuta.
Ci erano piaciute le prime canzoni, dalla semplice “I Want You” alla spigliatezza melodica di “I Won’t Always Be Like This” (che aveva una b-side decisamente riuscita come “Oklahoma”, ballatona scarna e toccante, quasi alla Ryan Adams) ma ora il centro è perfettamente colpito con la nuovissima “My Honest Face”.
La band si professa devota a Joy Division e Stone Roses, anche se nel nuovo brano emergono influenze chiare di Echo And The Bunnymen e primissimi U2 (potrebbe essere un po’ la loro “Out Of Control”, tanto per dire). Anche in questo caso ottima la b-side, composta dalla lunga “There’s No Other Place”, che mostra un lato più popedelico e dilatato.