Sono passati ormai quattro anni dall’uscita di “Dark Bird Is Home”, ma il mese scorso The Tallest Man On Earth è finalmente tornato con questo suo quinto album, che lo vede abbandonare la Dead Oceans dopo ben tre LP pubblicati con la nota indie-label dell’Indiana.
Se il suo lavoro precedente era piuttosto cupo poichè arrivava subito dopo il suo divorzio dalla musicista svedese Amanda Bergman, anche questo rimane comunque di umore piuttosto negativo con temi come la perdita e il dolore che sicuramente recitano una parte importante nella sua economia; allo stesso tempo, però, Matsson ritrova anche la consapevolezza di volere vivere la sua vita al meglio, nonostante i dolori.
Per quanto riguardo l’aspetto sonoro il folk-rocker di Dalarna preferisce con “I Love You. It’s A Fever Dream” ritornare alla sua versione più acustica e questo ne fa certo guadagnare in intimità e le sensazioni che si possono ottenere ascoltando la sua musica mettono spesso i brividi sulla pelle.
E allora è bellissimo lasciarsi emozionare dalla struggente ballata (e recente singolo) “The Running Styles Of New York”, che sarà pure molto pop, ma con il suo piano e la voce calda di Matsson sa colpire al cuore sin dal primo attimo.
Intima e riflessiva, la successiva “There’s A Girl”, impreziosita dal suono dell’armonica, è molto semplice e tranquilla e va a ritrovare quei suoni folk tradizionali tanto cari all’uomo più alto della terra (i paragoni con Bob Dylan sembrano calzare molto bene qui).
L’altro singolo anticipatore “I’m A Stranger Now” ha un tono decisamente più ottimista e un’inaspettata forza strumentale, che arriva molto gradita, mentre “I’ll Be A Sky” è un altro di quei brani toccanti che The Tallest Man On Earth è così bravo a scrivere: le sue emozioni sono lì in bella evidenza e si lasciano toccare da chiunque voglia dare un ascolto.
“I Love You. It’s A Fever Dream” è un album che mette i sentimenti in primo piano: magari non sarà troppo innovativo a livello di sonorità , ma è ben prodotto e perfetto per scaldare l’anima ai suoi fan, vecchi e nuovi. Ancora una volta, grazie Kristian!