Prendi degli ex Guns N’ Roses dai nomi pesantissimi come Slash, Duff McKagan  e Matt Sorum, aggiungici un altro cavallo di razza come Dave Kushner (Wasted Youth, Infectious Grooves), cosa manca?

Sicuramente un frontman all’altezza delle bocche da fuoco di cui sopra; e dopo alcune audizioni (inizialmente si parlava pure di Sebastian Bach degli Skid Row) la scelta ricade su Scott Weiland degli Stone Temple Pilots: un pezzo da 90, senza dubbio, ma un investimento ad altissimo rischio per via di uno stile di vita che dire sregolato è un eufemismo, e che lo porterà  nel 2015 ad una prematura scomparsa per overdose di eroina (ed ancora prima, alla messa da parte del progetto Velvet Revolver subito dopo il successivo album “Libertad”).

Sulla carta, però, un supergruppo da fantarock, adattando il termine dal mondo del calcio.

Due pezzi nel 2003, “Set Me Free” che finirà  nella colonna sonora di “The Hulk” e una cover di “Money” di casa Pink Floyd come apripista, quindi il singolo “Slither” nel 2004: di lì a poco uscirà  il primo lavoro, “Contraband”.

Che l’impostazione fosse molto Guns, per quanto  questa pagina sembrasse definitivamente chiusa da oltre un decennio,  era lecito aspettarselo: adesso però  il soggetto di punta non è più la tigre Axl Rose, muscolare ed esplosivo, ma l’anaconda Scott Weiland: conturbante, sinuoso, ma pronto a stritolarti. Una voce calda, stupenda, poliedrica, dalla potenza intrinseca clamorosa. Un animale da palco a tutto tondo.

L’album, per quanto lungo, è un moderno manifesto rock: si alternano esplosioni dinamitarde di metallo  (“Sucker Train Blues”, “Dirty Little Thing”), momenti di emozionante profondità  (la deliziosa “Fall to Pieces” o “Loving the Alien”), manifestazioni assolute di talento in cui ogni singolo componente trova il modo di mettere sul piatto il proprio  bagaglio tecnico  (la già  richiamata “Slither”, “Big Machine”, “Superhuman”) senza oscurare gli altri membri del gruppo.

L’album vendette qualcosa come oltre 4 milioni di copie in tutto il mondo, e i Velvet Revolver si aggiudicarono il successivo Grammy Award per la migliore Hard Rock Performance.

 

Velvet Revolver – Contraband
Data di pubblicazione: 8 Giugno 2004
Tracce: 13
Lunghezza: 56:47
Etichetta: RCA Records
Produttori: Josh Abraham, Nick Raskulinecz

Tracklist:
1. Sucker Train Blues
2. Do it for the Kids
3. Big Machine
4. Illegal
5. Spectacle
6. Fall to Pieces
7. Headspace
8. Superhuman
9. Set Me Free
10. You Got No Right
11. Slither
12. Dirty Little Things
13. Loving the Alien