Il terzo lavoro studio dei Younghusband, registrato in un vecchio fienile a Greenwich, un bellissimo distretto a sud di Londra di proprietà di un artista di 84 anni e scritto interamente dal talentuoso cantante Euan Hinshelwood, conferma le qualità delle band inglese nel trovare melodie piacevoli, scanzonate ma non troppo con un bel gusto nello stile e negli arrangiamenti, senza mai esagerare, puntando a una semplicità e immediatezza che trasmette piacevoli vibrazioni all’ascolto.
Il mood estivo ne esalta le sonorità quando al caldo e tutto il caos che lo circonda, cerchi l’isolamento, la pacatezza, l’ombra, un buon tramonto e un bel bicchierino. Così come nei precedenti lavori, anche in “Swimmers”, non mancano alcune scelte sonore, vocali e chitarristiche tipiche del sound dei Velvet Underground che, soprattutto in “Translation”, sembrano tesserne le lodi, così come era successo nel bel lavoro precedente “Dissolver”, nel brano “Heavy Expectations” “Swimmers” è l’album più leggero e più diretto della band. La maggior parte del sogno pop e delle trappole psichedeliche degli album precedenti sono leggermente sfumati, e al loro posto c’è un indie pop strambo e bonario reso speciale dalla voce piacevolmente innocente di Hinshelwood. E nel varcare il bel portone del pop la band incontra il sound Mid-tempo dei londinesi e adorabili Clientele e i Deerhunter quando fanno i tranquilli e i bravi.
Brani come “Different about you”, “Sister”, “Paradise in the Rain” vanno giù facilmente, così come l’intero disco che consiglio vivamente come antidoto alla fretta, allo stress e all’ansia che inevitabilmente accumuliamo settimanalmente. 35 minuti ben suonati, le melodie prendono ma non nel senso negativo del termine. Non male la Lennoniana ballad “It’s not Easy” che chiude veramente un buon disco.