I Lust For Youth sono la band che è cambiata di più tra quelle di casa Sacred Bones. Dieci anni di carriera, i primi tre album di claustrofobica dance industrial (ad opera del solo Hannes Norrvide) poi l’evoluzione costante verso un sound più accessibile e melodico complice anche il progressivo ampliamento della line ““ up.
Oggi i Lust For Youth sono in due e il loro nuovo album è il frutto di una collaborazione mai così stretta tra lo svedese Norrvide e il danese Malthe Fischer. Malinconici nei testi e deliziosamente in bilico tra elettro pop e synth pop con un pizzico di new wave, i ragazzi di stanza a Copenaghen riescono a trovare l’equilibrio tra Pet Shop Boys, New Order, primi Depeche Mode e Go – Betweens.
“Insignificant” è la canzone dell’estate per chi odia calura e creme solari, un crescendo gotico di sintetizzatori che fa sembrare la tanto strombazzata “hygge” roba del secolo scorso. Il lato oscuro della bella stagione viene esplorato anche in “Venus De Milo” e l’intensa “Fifth Terrace” con l’ex vocalist Soho Rezanejad al microfono.
Più movimentate e ballabili ma non certo disimpegnate “Great Concerns” e “New Balance Point” che continuano sulla strada anticipata da “Chasing The Light” anni fa e ribadita col singolo “By No Means”. Il giro del mondo dei Lust For Youth prosegue a tappe ben definite e dopo aver dedicato brani a Roma, Tokyo, Barcellona e aver passeggiato sul cupo “Lungomare” si fermano a “Imola” (la voce qui è di Anna Ivan) in una tappa non particolarmente rilevante nell’economia dell’album (stesso discorso vale per “Adrift”).
Otto brani che si chiudono con l’amaro mantra “A Compliment From You Would Insult Me” e confermano il buon stato di forma di un gruppo capace di rileggere con trasporto sonorità familiari anni dopo “Perfect View”, “International” e “Compassion”.
Credit foto: Halfdan Venlov