Qualche tempo fa Rutger Hauer, in un intervista, disse che grazie al personaggio di Roy Batty aveva visto il futuro. Oggi, che Rutger ci ha lasciato, questa affermazione risuona quanto mai desolante e affascinante allo stesso tempo. Ci sono attori che “diventano” i loro personaggi e poi ne smettono i panni, ma Rutger ha avuto il potere e il carisma di “essere” i suoi personaggi, di essere, via via, gelido, toccante, spietato e magnetico.
Il primo ricordo che ho è Wulfgar, l’imprendibile terrorista di quel piccolo gioellino poliziesco che è “I Falchi della Notte” (diretto da Bruce Malmuth) con Sylvester Stallone. Rutger ne fu antagonista di raro carisma, oscurandone anche il protagonista. Non parlerò invece di “Blade Runner” perchè, in questo caso, il Nexus 6 ha consegnato l’attore olandese alla storia. Ne ricorderò invece il bellissimo personaggio di Etienne Navarre nella favola di Richard Donner “Ladyhawke” con una splendida Michelle Pfeiffer e un sicuro Matthew Broderick. In quella favola, il Nostro impersona un eroe nemmemo troppo simpatico, ma magnetico, misterioso e ovviamente senza paura. Su tutto però il suo sguardo algido e la sua recitazione mai sopra le righe.
Nessuno è eterno, non siamo fatti per durare, ma ciò che Rutger ci ha donato resterà per sempre. “Cho, se solo potessi vedere quello che ho visto con questi tuoi occhi…”