Cosa mi spinge a fare un elenco dei dieci migliori pezzi delle Warpaint? Beh, innanzitutto l’amore smisurato che ho per questa band (credo di essere l’unico al mondo ad avere un pedale per chitarra customizzato col loro nome) e la stima musicale che provo (e che diavolo, sempre un chitarrista sono e apprezzo la bella musica) verso le loro composizioni. Le quattro ragazze di Los Angeles sono riuscite a ottenere una perfetta miscela di art rock, psichedelia, new wave e pop in egual misura senza mai cedere a lusinghe da classifica, sebbene alcuni singoli siano appetibilissimi. In Italia sono una band ancora di nicchia (e questo non può che farmi piacere) e vanno, a mio parere, considerate, insieme con le Savages, la massima espressione di originalità  e coraggio presenti oggi nel rock; d’altronde ognuna di loro possiede peculiarità  e talento ben definiti. Una sezione ritmica solida e affiatata, con Stella Mozgawa definita la miglior batterista di alternative rock, un basso caldo e rotondo, voci ammalianti e chitarre liquide. Quattro sirene che meriterebbero maggior visibilità .

10 – GO IN

2014, dal disco “Warpaint”
Una ninna ninna che, scheletrica, si muove solo sulla voce suadente di Emily Kokal. Notturna, misteriosa, promettente.

9 – DRIVE  

2014, dal disco “Warpaint”
Synth e singulti di batteria per una preghiera romantica che ad un certo punto esplode e si apre con echi new wave mentre le voci, sempre in primo piano tessono ricami sensuali.

8 – SO GOOD  

2016, dal disco “Heads up”
Dal disco che, almeno per me, sancisce la loro maturità , questo brano che viaggia su trame disco. Batteria essenziale e filtrata, basso che si muove vorticosamente e la voce di Theresa Wayman che ci accompagna trasportandoci indietro di tre decenni.

7 – BILLIE HOLIDAY  

2009, dal disco “Exquisite Corpse”
Una delle loro più belle composizioni. Una ballata a tre voci acustica che vorresti non finisse mai.

6 – DRE  

2016, dal disco “Heads Up”
Elettronico, misterioso, sinistro, notturno, così fascinosamente dark e quel ritonello/bridge che ti ammalia.

5 – LOVE IS TO DIE  

2013, dal disco “Warpaint”
Una delle loro canzoni più famose. Pop, new wave e arto rock si fondono in una melodia malinconica che non puoi fare a meno di cantare. Theresa Wayman qui si prende la scena declamando e con voce sottile dipinge trame sospese ad un filo “It’s not necessary to be so dark…” dimostrando di essere interprete capace oltre che peculiare chitarrista.

4 – FEELING ALRIGHT

2013, dal disco “Warpaint”
Le Nostre sono bravissime quando viaggiano su binari delicati e melodici, quando non spingono troppo sui distorsori preferendo gemme leggere, squarci di luce di candela. Questa, per esempio, è l’ennesima ballata che ti seduce con cambi melodici continui e quel senso di sinistro che sempre aleggia nei loro pezzi.

3 – LISSIE’S HEART MURMUR

2011, dal disco “The Fool”
Brano straziante con un piano che ci accompagna con un ostinato e la voce di Emily Kokal che si sdoppia dolorosa attraverso un vortice emotivo quasi noise eppure sottilissimo.

2 – BIGGIE  

2016, dal disco “Warpaint”
A mio parere la cosa più bella che le Warpaint abbiano mai fatto. Un synth alla Blade Runner, la voce di Emily straniata e sensuale, una chitarra che butta note apparentemente slegate e un basso che macina ritmo avvolgendoci, poi, ad un certo punto, il cambio che non ti aspetti e tutto scompare nella notte.

1 – ELEPHANTS

2009, dal disco “Exquisite Corpse”
Le ho conosciute così: post rock a tratti, noise, new wave e quell’arpeggio iniziale che è ormai ossessione. “I’ll break your heart to keep you far from where all dangers start” e ancora oggi, dopo anni, ci credo.