La storia di Angie McMahon va raccontata dall’inizio. Australiana, venticinque anni, cresciuta a Fairfield (sobborgo di Melbourne) ha cominciato suonando soul con i The Fabric prima di inaugurare una carriera solista che negli ultimi sei ““ sette anni l’ha portata ad aprire i concerti di Pixies, Father John Misty, the Shins, Mumford & Sons.
Si è fatta strada con tenacia diventando una delle artiste più passate dalla storica radio aussie triple j. e ottenendo un meritatissimo successo con la trascinante “Slow Mover” che in Australia è diventata disco d’oro. Si sono accorti di lei anche in America : all’ultimo SXSW ha vinto il premio Grulke, assegnato agli artisti stranieri più promettenti e subito dopo ha firmato per la Dualtone (casa discografica di Chuck Berry, Mt. Joy e The Lumineers).
“Salt” è il disco d’esordio che potrebbe farla conoscere anche nel resto del mondo, Belpaese compreso. Un album maturo che riesce a trovare l’equilibrio più difficile: quello tra intimità e rabbia, tra tristezza e forza.
Angie McMahon suona con naturalezza la chitarra elettrica e l’arma in più è una voce calda, versatile, profonda che regala emozioni pur essendo incredibilmente controllata come dimostra il falsetto di “Standout”. Non ha paura di mettere ferite e insicurezze in musica e lo fa nelle toccanti “Play The Game” e “Soon”, nel blues di “Mood Song”.
C’è un altro lato della giovane australiana, quello più grintoso che emerge in “Keeping Time”, “Missing Me” e “Push”: schegge di rock puro tra PJ Harvey e la prima Anna Calvi in cui Angie rivela un’incredibile padronanza dei propri mezzi.
L’ironia della frenetica “Pasta” ricorda Courtney Barnett e dimostra che c’è tanto da scoprire nel mondo musicale di Angie McMahon. “90% spaghetti bolognese” come si definisce simpaticamente sul sito ufficiale ma soprattutto capace di scrivere un fragile e attualissimo inno al femminile chiamato “And I Am A Woman”.
I sette minuti di “If You Call” chiudono un album dolce, combattivo, intenso. L’emisfero australe regala un’altra musicista di gran classe.
Credit foto: Paige Clark