Molto tempo prima di farsi consumare da scioperi discografici e faide interne, gli XTC collezionarono una sfilza invidiabile di grandissimi album entrati di diritto nella storia del miglior rock britannico. Sul finire degli anni ’70, in un periodo in cui post-punk e new wave spadroneggiavano, la band di Andy Partridge piombò sulle scene con la forza di un meteorite. Nonostante la spiccatissima sensibilità  pop e una distanza non particolarmente accentuata dai generi più in voga in quel periodo, i nostri seppero subito come differenziarsi dalla massa.

La loro era una musica aliena, indefinibile, già  proiettata verso un futuro di contaminazioni ed esperimenti; sotto una superficie di deliziosa leggerezza beatlesiana, un lago di magma ribollente nel quale far sciogliere tracce di progressive, jazz, art rock, avant-pop e dub. Il tutto veniva poi mescolato e ricomposto in brani di una straniante immediatezza.

Nella musica degli XTC ogni elemento si trova al posto giusto, ma nulla suona come ci si potrebbe aspettare. Da questo punto di vista l’imprevedibilità  che contraddistingue “Drums and Wires” rappresenta ancora oggi uno dei più convincenti esempi della genialità  pazzoide e incontrollata del quartetto di Swindon. Registrato dopo l’ingresso in formazione del talentuoso chitarrista/tastierista Dave Gregory e prodotto da un giovanissimo Steve Lillywhite, il terzo album firmato da Partridge e compagni è un capolavoro di stravaganza new wave, naturale e spontaneo come solo un’opera nata dall’incontro di “tamburi e corde” potrebbe essere.

Agli XTC bastarono i pochi strumenti a loro disposizione per dar vita a un universo di meraviglie che, a distanza di quattro decenni dalla nascita, continua a stupire per la sua modernità . Il pattern di batteria e le chitarre robotiche della hit “Making Plans For Nigel” si ripetono in un loop infinito, fino a ipnotizzare l’ascoltatore; l’incantesimo si infrange solo quando arriva il meraviglioso bridge elettrico.

Le ritmiche spezzate e nervosissime di “Helicopter” sono talmente innovative da sembrare voler imitare a tutti gli effetti il rapido vorticare delle pale di un rotore. Il post-punk spigoloso di “Day In Day Out” e “When You’re Near Me I Have Difficulty” scorre via facendo l’occhiolino tanto ai King Crimson quanto ai Gang Of Four, mentre quello tribale di “Roads Girdle The Globe” e “Real By Reel” pone al centro del dipinto le pelli percosse con gusto e precisione da Terry Chambers.

Le chitarre acustiche di “Ten Feet Tall” conferiscono dolcezza e delicatezza a uno dei pochi episodi “rilassati” contenuti in “Drums and Wires”, in diretto contrasto con i dirompenti due minuti e quaranta di energia punk che inceneriscono “Outside World”. “Millions” e “That Is The Way” affascinano e riscaldano i cuori con progressioni armoniche dal gusto jazz e una raffinatezza alquanto inedita in ambito rock. Gli accenti ritmici e le plettrate a scatti di “Scissor Man” e “Complicated Game”, invece, trasmettono una tensione da togliere il respiro, anche se con le dovute differenze: la prima trasuda spensieratezza e allegria, mentre la seconda cresce in un vortice di oscurità  e pesantezza, con le urla disperate di Andy Partridge ad aggiungere un pizzico di follia in più. Un tripudio di suoni, sensazioni e umori ai limiti del delirio. Ma che bel delirio, però.

XTC ““ “Drums and Wires”
Data di pubblicazione: 17 agosto 1979
Tracce:  12
Lunghezza: 46:57
Etichetta:  Virgin
Produttore: Steve Lillywhite

Tracklist:
1. Making Plans For Nigel
2. Helicopter
3. Day In Day Out
4. When You’re Near Me I Have Difficulty
5. Ten Feet Tall
6. Roads Girdle The Globe
7. Real By Reel
8. Millions
9. That Is The Way
10. Outside World
11. Scissor Man
12. Complicated Game