Mike Patton e Jean-Claude Vannier non avrebbero potuto trovare un titolo migliore per il loro album collaborativo. Il “Corpse Flower” che dà il nome all’opera non è altro che l’aro titano, una pianta davvero molto strana: i giganteschi fiori da lei prodotti emanano il piacevole profumo di”…carne in putrefazione. Il fetore insopportabile del marciume che si nasconde dietro i suoi graziosi boccioli (neanche troppo, a dir la verità : hanno la forma di peni enormi) è repellente per noi umani, ma irresistibile per i coleotteri affamati di nettare.
Lo stesso senso di ributtante curiosità che ha attratto insetti e studiosi di botanica verso l’aro titano nel corso degli anni, oggi ci spinge ad ascoltare queste dodici perle in avanzato stato di decomposizione. La classe e l’eleganza della musica di Vannier, maestro della canzone francese e autore di colonne sonore, entrano in rotta di collisione con la genialità malata di un Patton che, lontano dalla formalità del progetto italiano Mondo Cane, torna a vestire i panni del selvaggio esploratore della tradizione europea. E lo fa ricorrendo a quelle piccole stravaganze che erano già centrali in alcuni dei suoi migliori lavori, come “California” dei Mr. Bungle e “The Director’s Cut” dei Fantà´mas.
Non sorprendetevi, quindi, se tra le soavi note della splendida “Chansons D’Amour” lo sentirete bofonchiare qualche parolaccia di troppo, mentre emette rantoli degni del miglior Tom Waits. O se, avvolto dai sontuosissimi archi di “Pink And Bleue”, vi rivelerà che quando esagera con l’alcol tende a cacarsi addosso (When I drink too much/I shit my pants).
Il suo scopo principale è stupire tramite i contrasti, sfruttando le conturbanti atmosfere cinematografiche portate in dote da Jean-Claude Vannier per tessere eccentriche tele di ironica inquietudine. Perchè, in fin dei conti, “Corpse Flower” è un album divertente: come si fa a non sorridere ascoltando la title track, una vecchia traccia strumentale di Vannier sul quale Patton si limita essenzialmente a elencare una serie di insaccati e altri generi alimentari? Ci sono anche prodotti nostrani tra l’altro, come il sanguinaccio, il lardo e la porchetta.
Difficile riuscire a farsi venire appetito, tuttavia, quando nell’aria si diffondono zaffate di zolfo così penetranti da impregnare persino la raffinatezza vintage di brani quali “Camion”, “On Top Of The World”, “Cold Sun Warm Beer”, “Hungry Ghost” e “A Schoolgirl’s Day”. Al riparo dalle “bestialità ” di Mike Patton sembra tenersi quasi esclusivamente la soffice “Insolubles”, malinconica e sofisticata come la miglior chanson franà§aise degli anni ’60.
In chiusura, una piccola nota: se questa coppia di favolosi musicisti avesse osato leggermente di più ““ magari non pescando troppo dal passato di Vannier, ma concentrandosi maggiormente sulla stesura di composizioni originali ““ “Corpse Flower” si sarebbe guadagnato senza alcuna fatica mezzo punto in più. Speriamo ci sia una nuova occasione per riascoltarli insieme.