Avevamo già avuto modo di conoscere i FEET, ed adesso è tempo dell’uscita dell’album “What’s Inside Is More Than Just Ham”, via Clapped Records.
Che dire, la curiosità c’era eccome, vista soprattutto la stravaganza dei ragazzi di Coventry: e l’attesa è stata ripagata.
Non hanno niente di innovativo i FEET, sia chiaro, ma quel che portano in dote ci piace eccome: si parte con i sentori lisergici ed i cambi di passo di “Good Richard’s Crash Landing”, proseguendo con la già diffusa e funkeggiante “Ad Blue” (cogliete l’occasione per riguardarvi il video, e tutti i video di questi coglioni…), avanti (indietro!) con quel sapore da passaggio di consegne tra madchester e britpop di “English Wheather”: e di fare i seri, voglia zero.
Ancora avanti con “Petty Thieving”: altro video da cazzoni incalliti, ed un incedere pop e punk dei più contagiosi. Che in “Outer Rim”, che avevamo già a sua volta avuto modo di conoscere, diventa infettivo.
Non è difficile immaginare quanto i primi Blur (senza scomodare grossi nomi precedenti) possano essere stati punti di riferimento di questi inglesi, e quanto generi che spaziano dal surf rock più edibile al punk pop più fruibile abbiano preso posto nei loro scaffali: “Dog Walking” e “Chalet 47” (che pare uscita da un album dei Fun Lovin’ Criminals più farfalloni) sono come lì a ricordarcelo.
“Axe Man” riattiva i nervi e trasporta con la sua linea di basso coinvolgente e un ritornello (con tanto di handclapping) dei più furbi, mentre Albarn e gli anni ’70-’80 rifanno capolino nella title track, sciatta ed imprevedibile proprio come i suoi autori, con i suoi continui, e come dispettosi, cambi d’abito . A chiudere il cerchio ci pensano le vibrazioni esotiche, ed ancora bizzarre, di “Wiggy Pop” dall’incedere quasi sedativo.
Balzani e talentuosi, furbi e bislacchi: come faremo d’ora in poi a non seguire i FEET?