Figlia “dell’altro chitarrista” dei Dire Straits e con la prospettiva di una credibile carriera da modella, Staz Lindes di certo preferisce il palco alle passerelle. Come un sacco di altre storie simili che si leggono nelle biografie, la band nasce durante il periodo universitario quando Staz incontra due vecchie amiche (Laila Hashemi e Lexi Funston) già affaccendate in una band, che, come raccontano le cronache locali e qualche decina di testimoni, aveva in repertorio la cover di “Umbrella” (si, la famosa hit di Rihanna). Siamo intorno al 2015, anno in cui si unisce David Ruiz, che oltre ad occuparsi di rullanti e grancassa dovrà trovare il ritmo giusto per stare al tempo delle tre scatenate ragazze.
La band muove i primi passi nel circuito DIY losangelino insieme ad altre band locali come “Wild Wing” e “Sunflowers Bean” e non fatica molto a farsi una buona reputazione sfruttando anche ottimi riflettori, esibendosi come gruppo spalla ai concerti dei più famosi DIIV. Il loro è un grezzo garage-punk rock con accenni surf che non rinnegano la tradizione californiana. Tre EP precedono l’uscita di “Carnage Bargain”. Scanzonate e con un gran bel senso dell’umorismo, The Paranoyds sono tutt’altro che superficiali quando si tratta di scrivere testi. Il brano “Girlfriend Degree” che ricorda moltissimo un classico dei Kinks, tocca un tasto delicato: quello della donna che rinuncia a sè stessa per piacere al genere opposto. Ottenere la laurea in “fidanzata” significa rinunciare alla propria personalità ed alle proprie ambizioni per assecondare l’immagine di donna ideale. “I’m not just a shadow of myself. Looking good for somebody else. Is”Š it shocking that I don’t wanna please? I’m not another girlfriend groupie” è quindi il canto di ribellione a questa attitudine. Il titolo del brano è un chiaro ed ironico riferimento a “The Mrs. Degree”, ragazze che frequentano l’università con il solo scopo di conoscere e maritare uomini che le procureranno una vita comoda e ricca di agi. La tastiera di Laila ed i riff della Funston sono in primo piano anche nella title track che inizia con il basso di Staz in un pezzo davvero coivolgente, l’ennesimo grido di allarme per un mondo dove l’erba non è verde, sporcata dalla benzina. “Vedo solo pagliacci arancioni” (chiaro riferimento al presidente) e “Superiority, That shit’s not for me” cantato dalla Lindes in un video dove sembra regnare un falso buonumore. Il loro approccio graffiante mantiene l’energia dei loro lavori precedenti ma in questo album si nota un deciso miglioramento nella varietà degli stili e dei ritmi. Si possono ascoltare passaggi psichedelici in “Bear” e “Ratboy” dove chitarra e tastiere giocano alla colonna sonora di un film horror di seconda serie mentre la spassosa “Courtney” precede lo scatenato garage-punk di “Laundry”.
Un album che svolge pregevolmente il suo compito: farci divertire ma allo stesso tempo dandoci argomenti su cui riflettere. The Paranoyds danno l’impressione di essere una band in piena evoluzione e sarebbe un peccato se, forti di questo buon debutto e dalla loro indiscutibile capacità nello strutturare i pezzi in svariate forme, non cercassero nuove soluzioni per fare quel salto di qualità che solo a tratti, per ora, si percepisce in questo disco.