Recensire questo nuovo album, giunto a pochi mesi dalla versione in studio, significa dover assegnare una doppia votazione, la prima all’esito artistico e la seconda all’opportunità della sua commercializzazione.
Partendo dalla seconda (voto 5) chiudiamo la questione, giustificando la scelta di pubblicare la versione “live” di “Western Stars” come mero vincolo contrattuale e mossa commerciale, in capo ad un artista dalla nota vendibilità .
L’idea di affiancare al film, debutto da regista di Bruce se pur coadiuvato da Thom Zimny, la relativa colonna sonora è più che legittima, ma le modalità di uscita sono perlomeno sospette.
Pubblicare in cd e doppio lp questa colonna sonora a pochissimi mesi di distanza da “Western Stars” lascia adito a dubbi e malcontenti, costringendo i fan a sobbarcarsi un secondo acquisto in pochi mesi. La cosa non è molto giustificabile, considerando che si poteva far uscire l’accoppiata “Western Stars” (studio + colonna sonora) in una unica uscita. Segnaliamo che, in effetti, con la “deluxe edition”, rispetto alla versione cd singolo della colonna sonora, ora è possibile, a pochi euro in più, portarsi a casa sia “Western Stars” che la colonna sonora, ma è la classica iniziativa che potrebbe servire solo a chi si è perso “Western Stars” pochi mesi fa o agli immancabili feticisti che compreranno sia la versione singola, che la deluxe oltre che la versione doppio lp (e tra questi “saggi” compare anche il sottoscritto).
Vero è anche che in un’epoca di streaming ed abbandono del supporto fisico (quindi senza alcuna spesa) forse questa filippica vale meno di un tempo e l’uscita della colonna sonora è invece utile per pubblicizzare l’uscita del film e ricordare, ai più, quale capolavoro inatteso ci abbia regalato il rocker americano proprio con “Western Stars”.
Il voto per il suo esito artistico rimane pregiato ovvero 8 per “Western Stars” ed 8,5 (che è il voto che trovate nel riquadro in alto, non inficiato dal 5 per la gestione meramente commerciale) per la versione colonna sonora “Western Stars- Songs From the Film”, pubblicata il 25 ottobre.
“Western Stars”, a caldo, mi diede l’impressione di essere un inatteso e clamoroso successo artistico, impressione confermata dai successivi ed intensi ascolti nonchè suffragata dall’uscita della presente colonna sonora che non ha il merito di proporre versioni dilatate o ri-arrangiate dei brani dell’album (e di nuovo sarebbero potuti sorgere legittimi dubbi sulla sua utilità ), ma che ripropone in veste più accorata, emozionante e autentica le gemme contenute in “Western Stars”.
Nel caso siate alla ricerca di un binomio album in studio /album live del nostro consiglio caldamente “The Seeger Sessions” / “Live in Dublin”, dove effettivamente ci troviamo di fronte ad arrangiamenti diversi ed alternanza tra brani del repertorio springsteeniano (rivisti in toto data la particolare natura del tour in supporto alle “Seeger Sessions”) e brani in versione live dell’album predetto del 2006. Ricordando le “Segeer Sessions”, indirettamente, riconosco la caratura dei brani di “Western stars”, dato che considero le “Segeer Sessions” insieme a “The Rising” l’unico picco creativo dal 1987 (con la parentesi del 1995 con “The Ghost of Tom Joad”) , mentre il resto è perso tra troppe uscite, se non “brutte”, amaramente “insignificanti”.
Ecco quindi che, come dicevo, all’uscita di “Western Stars” rimasi seriamente impressionato, arrivando all’ardire di considerarlo il suo lavoro più ispirato dai tempi di “Tunnel of Love”, datato 1987.
Lasciamo perdere chi parla di arrangiamenti pomposi causa la presenza di un’orchestra se pur ristretta e/o chi lo addita di essere un album non nelle corde di Bruce. A questi potrei contestare di non aver colto l’essenza del disco, ricordando che era da immemore tempo che non mi ritrovavo ad ascoltare (e riascoltare) un album per intero, senza “skippare” qualche canzone.
Un album sorprendente che sembra pacificare Bruce, ricordandoci che è, ormai, uno splendido settantenne e non solo (e non più) un animale da palcoscenico.
Dispiace la scelta di non portare questo gioiello in tour, circostanza che avrebbe, a mio parere, attualizzato parte dell’ idea portante del tour di “Devils and Dust”, con l’aggiunta di altri strumentisti sul palco. Questa mancanza però ci regala la possibilità di poter, dunque, ascoltare l’album in una versione registrata dal vivo (anche se non in un vero e proprio concerto) con delle versioni ancora più pure ed ariose rispetto a quello dell’album in studio, a tal punto che, se dovessi scegliere quale delle due acquistare o prediligere, punterei proprio su “Wetern Stars – Songs From the Film”, in attesa che, il 2 e 3 dicembre, la musica prenda forma, con la visione del film nelle sale italiane.
Credit Foto: Rob DeMartin