Un progetto davvero ambizioso questa collaborazione tra Iron & Wine e i Calexico: iniziato nel lontano 2005 con l’EP “In The Reins”, lo abbiamo ritrovato quest’anno con l’ottimo “Years To Burn”, uscito lo scorso giugno via Sub Pop Records.
Stasera, dopo i numerosi passaggi italiani dell’estate scorsa, li ritroviamo al Tempodrom di Berlino per un appuntamento molto atteso: la capacità di 3.500 persone della venue della capitale teutonica è vicina al sold-out con la presenza di persone di tutte le età , sebbene la media generale del pubblico sia sopra i trenta, se dobbiamo essere sinceri.
Non c’è molto bisogno di presentazioni per Calexico e Iron & Wine perchè sono progetti in giro da tanto tempo e con una grande rispettabilità guadagnata proprio sul terreno di gioco ““ ovvero i palchi di tutto il mondo: a noi oggi non resta che riscontrare i risultati.
Dopo la buona performance di Adia Victoria, quando l’orologio segna le nove e cinque, è la volta della numerosa truppa folk a salire sul palco: è l’iniziale “Follow The Water” a portarci su territori country molto puliti e piacevoli, mentre la dolcezza della voce di Sam Beam inizia a riempire la grandissima sala del Tempodrom, supportata dal drumming sostenuto dell’eccellente John Convertino.
Non è da meno nemmeno la successiva, la vecchia “He Lays In The Reins”, con la sua splendida calma e un bel mix di chitarra, piano e batteria che ci regalano nuove emozioni: la chiusura con un incredibile assolo di tromba è solo una delle tante ciliegine sulla torta che questi statunitensi ci regaleranno stasera.
Se “In Your Own Time” è un altro godibile e gentile pezzo country-folk (anche qui ottimo il lavoro dietro al drum-kit da parte di Convertino), “Flores Y Tamales”, pezzo dei Calexico, mette in mostra le loro influenze latine e inizia a far scuotere la folla della capitale grazie ai suoi graditi ritmi sudamericani (ovviamente non mancano percussioni e fiati a condire il tutto).
Un paio di pezzi da soli per Burns e Beam, accompagnati unicamente dalle loro chitarre: prima “Naked As We Come”, piccola e preziosa perla del barbuto folk-singer nativo della North Carolina, poi la delicatissima “Bisbee Blue” del gruppo di Tucson, in cui Iron & Wine dà il suo supporto alle armonie.
E’ poi la volta di Adia Victoria, che torna sullo stage berlinese per cantare la gradevole “Elvis Presley Blues”, cover di Gillian Welch, mentre “A History Of Love” – “la prima canzone che ho scritto per questo progetto”, ci fa sapere Beam ““ è decisamente più adrenalinica della sua versione originale, con le chitarre che si fanno sentire decise e percussioni intense, prima che “What Heaven’s Left” chiuda il mainset nel modo più gentile ed educato possibile, seppure non manchi un velo di malinconia.
Qualche attimo e i musicisti statunitensi ritornano sul palco per un paio di encore: è “Dead Man’s Will”, con il suo folk delicato e poetico, a regalare gli ultimi brividi ai numerosissimi presenti.
Sarà l’esperienza precedente, saranno i parecchi concerti insieme degli ultimi mesi, ma l’accoppiata Iron & Wine e Calexico ci è sembrata ben rodata e vincente: un concerto emozionante, pieno di classe, eleganza e qualità . Giù il cappello per Beam, Convertino e Burns.
Photo Credit: Thesupermat, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons