Un detto popolare veneto recita “I butini non i sta mai fermi“, dove la locuzione “i butini” sta per “bambini“, ma lo stesso par bene adattarsi a Van The Man, che nonostante i suoi   74 anni non ha alcuna intenzione di fermarsi, tanto che in occasione di questo nuovo “Three Chords And The Truth” parla di un’ispirazione  a mò di flusso di coscienza talmente forte, da fargli registrare il disco come se fosse la circostanza più naturale del mondo.

Forse parlando di Van Morrison si può onestamente parlare di routine, dato che chi si appresta ad ascoltare un suo nuovo album sa già  quale minestrone , se pur delizioso, si troverà  ad assaporare.
Tenete conto che stiamo parlando, udite udite, del quinto   album in appena  due anni ma la vera  notizia è che Van Morrison sembra aver ritrovato la verve dei tempi migliori e questo “Three Chords And The Truth” ne è fulgida testimonianza.

Cerchiamo di fare un po’ d’ordine tra tutte queste uscite per contestualizzare il disco.
Dopo aver salutato gli anni 90 con la notevole doppietta di “The healing game ” (che nel 2019 è stato celebrato con una tripla deluxe edition) e”Back on top”, ha passato gli anni 2000 fino al 2015 in modo ondivago e non molto convincente, chiudendo con una deludente e inutilmente autoreferenziale collezione di duetti.
Ma proprio negli ultimi 4 anni ( e sei album pubblicati) ha sorpreso i fan non sbagliando nemmeno un disco e, se pur rimanendo nel consueto melting pop di r&b, jazz, country e blues si è ben districato , tra le altre cose, tra omaggi alla musica blues e collaborazioni profumate di jazz con Joey DeFrancesco.
Tra questi album difficile cosa consigliare e cosa tralasciare ma se dovessimo sceglierne la metà  di essi punterei su “Keep me singing” del 2016, “You’re driving me crazy” del 2018 e proprio “Three Chords and The Truth”.

Questo nuovo album si caratterizza soprattutto per il songwriting dato che la totalità  dei brani sono inediti e non spicca nessuna particolare collaborazione (se non il duetto con Bill Medley dei Righteous Brothers), mentre i precedenti citati album erano infarciti di cover (la cui saggezza nelle scelte rimane ammirevole).
In “Three Chords And The Truth” colpisce la verve compositiva associata alla solita straordinaria capacità  interpretativa  che rinvigoriscono i brani e lo rendono piacevolissimo l’ascolto, con una leggera predominanza di toni soul.

Vecchio immarcescibile brontolone Van.

Credit Foto: Bradley Quinn