Graham Coxon torna sul luogo del “delitto” e compone la colonna sonora della seconda stagione di “The End Of The Fucking World”. La serie realizzata da Jonathan Entwistle e Charlie Covell, ispirata all’omonima graphic novel di Charles S. Forsman è stata un inaspettato successo l’anno scorso quando dopo un passaggio sulla TV inglese è approdata su Netflix.
Le avventure dell’improbabile coppia formata da James (Alex Lawther) e Alyssa (Jessica Barden) hanno tenuto il pubblico incollato agli schermi di tablet e PC grazie a un finale cruento e apertissimo. Il destino di James dopo quel colpo di pistola che forse l’aveva ucciso forse no è stato un tormentone su cui la Covell e gli autori hanno ricamato in abbondanza, stimolando l’hype fino all’uscita di queste otto nuove puntate.
L’umorismo dark che tanto aveva affascinato Coxon c’è ancora ma la storia è più lineare e la colonna sonora si adegua alle esigenze di sceneggiatura. Graham fa il suo dovere e si diverte, regalando brani d’impatto come il blues spettrale di “Down To The Sea”, il garage pop di “Madder Than Me” e l’acustica pizzicata in “Mash Potato” che sembra quasi un omaggio a Daniel Johnston. Diversi i brani strumentali (tra i tanti spicca la fischiettante e quasi morriconiana “Dining Room Stand Off”) che si alternano a canzoni più definite e strutturate. Gli archi di “A Better Beginning” sono senza dubbio una delle intuizioni più riuscite.
Coxon scrive una colonna sonora dall’indole meno indie e più vicina al western metropolitano rispetto alla prima stagione, senza rinunciare all’ironia ma introducendo momenti melodici (sentirlo al banjo in “Something Sweet” già di per sè vale l’ascolto) distorti e sperimentali come il singolo “She Knows”, “Beautiful Bad” o “Bonnie The Kid”. Un cambiamento in parte obbligato vista la necessità di adattarsi al tono delle altre canzoni presenti in una soundtrack ricca di artisti come Nancy Wilson, Scott Walker, Buffy Sainte-Marie, The Dubs o Irma Thomas.
Gli originali suonati da Coxon non sfigurano affiancati ai brani scelti con cura da Jonathan Entwistle e il chitarrista dei Blur pare trovarsi sempre più a suo agio nei panni di crooner vulnerabile, dolce e tormentato (“Meaner Than The Sea” lo dimostra) accompagnando la serie a quella che sembra la sua naturale conclusione visto che Charlie Cowell ha escluso di voler scrivere una terza stagione.
Credit foto: Graham Coxon, By XoxoHell – Flickr [CC BY 2.0]