#10) THA SUPREME
23 6451
[Sony Music/Epic]

Non è tanto una sorpresa l’esordio di Tha Supreme viste le collaborazioni precedenti, ma è sorprendente come un ragazzo di 17 anni sia entrato in un genere (la trap) stravolgendolo dall’interno mostrando una personalità  fuori dal comune. Non mancano ospiti eccellenti, ma il merito di un sound avanti con i tempi è tutto suo.
<br\>

#9) KANYE WEST
Jesus Is King
[Getting out our Dreams]
LEGGI LA RECENSIONE

Ormai è un refrain il duplice animo di Kanye West, tra genio e follia. Non si riesce a capire quale sia la versione finale di un personaggio e di un’arte in continuo movimento. Riesce sempre a stupire, a regalare spunti che vanno oltre la mera qualità  artistica e musicale. La fusione importante con la tradizione gospel nell’album è un bel punto in più
<br\>

#8) BENJAMIN FRANCIS LEFTWICH
Gratitude
[Dirty Hit]
LEGGI LA RECENSIONE

Nella continua frenesia della quotidianità , Benjamin Francis Leftwich è una pausa inattesa. Arriva sempre in punta di piedi, con una qualità  compositiva e chitarristica che non hanno nulla da invidiare a colleghi più celebrati. Una conferma, come tutti i suoi lavori.
<br\>

#7) METRONOMY
Metronomy Forever
[Because Music]
LEGGI LA RECENSIONE

Mancavano il basso di Olugbenga Adelekan e il groove liquido dei Metronomy, che con “Metronomy Forever” si sono ripresi la scena. Con la visionaria “Lately” si confermano una certezza e con “Upset my girlfriend” tracciano nuovi percorsi
<br\>

#6) TYLER, THE CREATOR
IGOR
[Columbia Records]

Se con Kanye c’era il dubbio della follia, con Tyler, The Creator se ne ha la certezza. L’hip hop è al centro dell’attenzione, sperimenta e prende spunto da qualsiasi cosa, trovando nel rapper californiano uno dei massimi esponenti della forza performativa alla quale può ambire questo genere, e lui è pronto, per qualsiasi cosa.
<br\>

#5) LIBERATO
Liberato
[Liberato]
LEGGI LA RECENSIONE

Per molti il “marchio” è diventato più importante della musica, ma Liberato è andato oltre le dicerie, con un album versatile, dove racconta con un’elettronica solida una Napoli per molti sconosciuta. Spesso bisogna andare oltre l’apparenza, e soffermarsi sulla sostanza, che in questo caso non manca
<br\>

#4) LAMBCHOP
This (Is What I Wanted To Tell You)
[Merge]
LEGGI LA RECENSIONE

“This (Is What I Wanted To Tell You)” è un album con un portamento elegante. Kurt Wagner riesce a valorizzare ogni schema musicale, ogni effetto, con una semplicità  disarmante.
<br\>

#3) FONTAINES D.C.
Dogrel
[Partisan Records]
LEGGI LA RECENSIONE

Ne parlano tutti, il post-punk sta vivendo un periodo d’oro: IDLES, Shame, Fontaines D.C. sono alcune delle band chiave di questi ultimi anni. La band irlandese ha le idee chiare e marca il terreno con un sound crudo, arrogante, tra riff ossessivi e voce sgraziatamente brillante. Una rivelazione
<br\>

#2) DIIV
Deceiver
[Captured Tracks]
LEGGI LA RECENSIONE

A tre anni da “Is the Is Are” i DIIV piantano la bandiera di paladino di uno shoegaze contaminato dall’alternative rock. Zachary Cole Smith conferma le doti compositive e, tra droghe e disintossicazione, rimarca le sonorità  lisergiche e ipnotiche che lo hanno sempre contraddistinto.
<br\>

#1) BON IVER
i,i
[Jagjaguwar]
LEGGI LA RECENSIONE

Continua il percorso di introspezione, sperimentazione e spazialità  di Justin Vernon con i suoi Bon Iver. “i,i” con la sua ampiezza sonora copre una vastità  emozionale difficilmente riscontrabile in altri artisti. Da “iMi” a “Hey, Ma” passando per “Naeem” e “Marion”, la band conferma quanto di buono fatto nei lavori precedenti. Se per molti è difficile accettare un post “Bon Iver”, è indiscutibile ammettere come i  Bon Iver  siano un passo avanti a tutti.
<br\>