Peccato che l’album dei Miracle Sweepstakes sia uscito il 22 Novembre. Ormai le playlist e le classifiche dei dischi più belli dell’anno sono già  state inviate alle redazioni e molte di esse pure pubblicate. Peccato davvero perchè “Rorschached”, il sophomore della band di Brooklyn è un album che merita di essere nominato, e per quel che mi riguarda, con parole di lode. Un lavoro iniziato tre anni fa quando Craig Heed, cantante e chitarrista della band scrisse più di 20 canzoni, ci lavoró sopra un bel pò e le condivise con gli altri componenti del gruppo. Undici brani furono scelti e registrati presso lo studio Seaside Lounge di Charles Burst (New Pornographers, Paul Banks, Sunwatchers), alla ricerca di un suono più articolato, vario e corposo.

Se andiamo a sbirciare nelle note tecniche troviamo una notevole quantità  di strumenti utilizzati soprattutto da Craig che testimoniano il lungo e paziente lavoro che si cela dietro i 38 minuti e 28 secondi di “Rorschached (per i più intrepidi condivido la mia curiosità  riguardo quella “big bottle” menzionata e aprirei pure un concorso per cercare di capire in quale brano la grande bottiglia è “suonata”). La opener “Forcefield” ci da subito l’idea del suono che Heed ha così intensamente cercato. Suoni saturi, a tratti confusi e cavernosi, basso molto presente e cambi di ritmo che non danno punti di riferimento. Sulla stessa linea la successiva “Flyer Lie” con la sua strana finta conclusione al minuto 1 e 38″. Poi il disco ci svela una nuova faccia, quella delle melodie solari e qui ci si comincia ad innamorare dei coinvolgenti ritornelli di “Shoot in the Blue” o di “Memory Grain”. Gli arpeggi barocchi che introducono “Black Bouquet” ci sorprendono per come in seguito il brano prende tutt’altra piega: dimenticavo di dire che una spruzzatina psichedelica la band di Brooklyn ce la butta e nell’album si respira molto l’atmosfera di fine anni sessanta. Cosa c’è di più vicino al puro pop rock se non “Relative Mind” o come non perdersi fra le note di “Signs up and Down” che potrebbe essere un brano di “Sgt Pepper” o giù di lì. Io ci sento anche gli XTC, come nell’intro di “Mary, Where Are You?”. “Boomerang”, “I try” e “Oh My” sono piccole gemme di dolcezza pop da assaggiare a piccole dosi.

Da qualche parte ho letto riferimenti ai Pink Floyd di Sid Barrett. La sensazione è proprio quella, “Rorschached” è assolutamente un album godibilissimo, fate finta di aver letto il titolo in qualche playlist dei dischi migliori dell’anno perchè è lì che dovrebbe stare…

Pic by Daniel Neal