E’ già da qualche anno che il nome di Alice Boman è sui radar dei principali siti musicali in giro per l’Europa e non solo, ma la musicista di Malmö fino a oggi aveva realizzato solamente un paio di EP, “Skisser” (2013) e “II” (2014), e una manciata di singoli, ma questo weekend è finalmente arrivato il suo atteso debutto sulla lunga distanza.
Inizialmente scritto in isolamento e senza distrazioni nelle campagne svedesi, il disco è stato poi registrato insieme al noto produttore Patrik Berger (Robyn, Charli XCX, Icona Pop, Santigold).
E allora immergiamoci nelle profondità del suo primo LP dalle atmosfere delicate e cinematiche che sembrano uscire dalle morbide nevi scandinave: ascoltando la musica di Alice ci sembra di toccare i fiocchi appena caduti e godere della loro freschezza, ma allo stesso tempo la sua voce ci riscalda dal possibile freddo, donandoci quel senso di intimità che è possibile trovare soltanto in una casa piena di calore.
Si parte con “Wish We Had More Time” e si è subito coperti da un velo di malinconia con quel piano di una tale delicatezza che ti entra nel cuore dopo pochi secondi e ci fa toccare da vicino i sentimenti che la cantautrice ora di stanza a Stoccolma vuole trasmettere: i suoi cori sembrano provenire da fantasmi, ma di quelli che non fanno paura, anzi di quelli che vorresti abbracciare, tale è il calore riescono a emanare.
“The More I Cry” è probabilmente la nostra traccia preferita del disco: sarà per il suo organo tenebroso, sarà per la voce estremamente delicata, sarà per i preziosi panorami sonori che ricordano l’incantevole morbidezza dei paesaggi invernali svedesi, ma il cuore qui ci batte forte.
Ottimi anche i fiati aggiunti alla successiva “Who Knows”, magica e cupa, mentre “Don’t Forget About Me” ci emoziona e ci fa sognare con le sue ottime armonie supportate dal prezioso suono delle tastiere e da un drumming deciso.
“Mississippi” chiude i giochi nella maniera più intima possibile: un pezzo acustico, assolutamente spoglio e semplice a livello strumentale, ma incredibilmente forte nell’emotività grazie alla sempre splendida e dolce voce della Boman.
Un viaggio di poco più di mezz’ora nel mondo magico e fatato di Alice che, sebbene nei suoi testi non nasconda la sua parte malinconica, ci regala sensazioni uniche, intriganti e piene di calore: un ottimo esordio e un disco perfetto contro il freddo e la tristezza dell’inverno.
Photo Credit: Johan Olofsson