Perchè “Sanremo è Sanremo”, ma ogni tanto ci ha sorpreso (pt. 1)
In occasione dell’inizio della nuova edizione del Festival di Sanremo, abbiamo riproposto un vecchio articolo che metteva in luce come da quel palco si siano ascoltate, negli anni, anche delle bellissime canzoni, lontane in alcuni casi dagli stilemi più classici e, per usare un aggettivo coniato appositamente nel tempo, poco “sanremesi“.
Abbiamo poi scoperto, con piacere, che l’argomento ha stuzzicato la fantasia e i ricordi dei nostri lettori e così ci ritroviamo ora a “riconsegnarvi” un piacevole elenco delle vostre preziose segnalazioni, con un articolo nuovo di zecca che, seppur non in modo esaustivo (constatando che, scavando e andando a ritroso, in realtà siano non pochi gli episodi meritevoli: impossibile inserirli tutti), dia risalto ad altre proposte di valore lasciate ai posteri da Sanremo.
Buona lettura!
ENZO CARELLA – BARBARA
Anno 1979
Il romano Enzo Carella aveva 27 anni quando si impose al Festival di Sanremo nel 1979, giungendo secondo dietro un altro outsider quale Mino Vergnaghi (che dopo quell’exploit e la pubblicazione del suo primo album si ritirò quasi subito dalla musica per trasferirsi in Inghilterra). Il vincitore morale di quell’edizione fu proprio Carella che con questa canzone, scritta con Pasquale Panella – anch’esso agli inizi e che da lì a qualche anno sarebbe diventato celebre come paroliere per il nuovo corso musicale di Lucio Battisti – ottenne poi un grande successo. Peccato che all’epoca il Festival non godesse più di tanti favori, tanto che la Rai non trasmise in diretta l’evento in quello che è considerato il periodo “buio” di Sanremo.
GARBO – RADIOCLIMA
Anno 1984
In una delle edizioni che, a posteriori, possiamo definire tra le più classiche (basti ricordare il podio che, oltre ai vincitori Al Bano & Romina Power, vedeva pure Toto Cutugno – non a caso detto “l’eterno secondo” – e Christian), spuntò anche questo interessante esponente della new wave in salsa tricolore. Il milanese Garbo (vero nome Renato Abate) incarnava perfettamente lo spirito del suo tempo e non temette di mostrare un’altra possibile faccia della musica italiana. In quel contesto non fu molto capito, piazzandosi diciottesimo su venti partecipanti in gara.
FRANCO FANIGLIULO – A ME MI PIACE VIVERE ALLA GRANDE
Anno 1979
Nel 1979 fece la sua fragorosa (e molto discussa all’epoca) apparizione anche Franco Fanigliulo: irriverente, istrionico, teatrale e, perchè no?, provocatore, se è vero che nel suo pezzo – baciato da un onorevolissimo sesto posto finale – il suo “vivere alla grande” a quanto pare comprendeva anche la cocaina. Per questo fu vittima di censura e costretto a modificare un suo verso. Poco male, il brano rimane molto accattivante e a suo modo geniale nell’incedere e nel cantato. Uno dei suoi fan era un Vasco allora alle prime armi in campo musicale.
MOLTHENI – NUTRIENTE
Anno 2000
C’è stato un periodo, a cavallo tra gli anni ’90 e la prima metà degli anni zero, in cui molti esponenti della cosiddetta scena rock alternativa fecero il loro ingresso a Sanremo, e spesso i nomi più interessanti si trovavano fra le “Nuove Proposte”. Proprio all’inizio del nuovo millennio ci provò anche Umberto Maria Giardini (noto allora come Moltheni), che forte di due precedenti singoli che lo stavano imponendo come uno dei nuovi nomi più interessanti del panorama musicale, ci provò con una ballata sui generis molto interessante ma, ahimè, non appetibile per la giuria che difatti lo relegò in diciassettesima e penultima punizione.
ALESSIO BONOMO – LA CROCE
Anno 2000
Rimanendo a quell’edizione, la seconda consecutiva presentata da Fabio Fazio, a colpire l’immaginario fu anche il brano, dai forti contenuti e dalla tagliente musica rock, di Alessio Bonomo. Giunse quindicesimo fra le “Nuove Proposte” e poi pubblicò l’anno seguente il suo primo album. Non molto prolifico, arrivando ai giorni nostri, realizzerà altri due soli album ma nel frattempo il suo nome è diventato tra i più acclamati nel filone della musica d’autore, con lavori apprezzatissimi dalla critica.
CARMEN CONSOLI – CONFUSA E FELICE
Anno 1997
L’anno prima la giovanissima Carmen Consoli (all’epoca ventiduenne) c’aveva deliziati fra le “Nuove Proposte” con la dolce e carezzevole (ma piuttosto emblematica sin dal titolo) “Amore di plastica”. La replica l’anno successivo avviene con una canzone dal taglio decisamente diverso, più diretta e irruente, quella “Confusa e felice” che, pur eliminata dalla rassegna prima ancora di accedere fra i big, traccerà la strada verso la sua piena affermazione. Carmen si era così trasformata nella “Cantantessa”.
NICCOLO’ FABI – LASCIARSI UN GIORNO A ROMA
Anno 1998
Il cantautore romano Niccolò Fabi aveva ottenuto un grande successo fra i giovani nel 1997, vincendo anche il Premio della Critica con la scanzonata e profonda al tempo stesso “Capelli”. Presentandosi nel ’98 fra i Big, ci mostra il suo lato più intimo e autoriale, che avrebbe affinato sempre più negli anni a seguire. Ma in fondo già con questa intensa “Lasciarsi un giorno a Roma” erano state toccate autentiche vette dal punto di vista artistico e qualitativo.
LUCIFERME – IL SOFFIO
Anno 1998
Dicevamo di un periodo tra fine anni 90 e inizi duemila piuttosto fertile per le proposte alternative in gara a Sanremo, specie fra le Nuove Proposte. All’Ariston approdarono anche i toscani Luciferme, già attivi con un album e alfieri di una raffinata miscela tra rock, wave e musica d’autore, con la voce di Francesco Pisaneschi in grado di emozionarci. Ci riescono anche in questa evocativa ballata, con versi che definire poetici non suona come un’eresia (riescono a infilarci persino la parola “Pegaso“, credo gli unici nel mondo del pop!)
DEASONIKA – NON DIMENTICO PIU’
Anno 2006
Arrivano a Sanremo anche i Deasonika di Max Zanotti, già noti in ambito rock, dove figuravano fra i più promettenti esponenti in grado di prendere il testimone dei gruppi del decennio precedente. Onorano la kermesse con una splendida ballata, arrangiata e interpretata divinamente. La loro fulminea eliminazione non rende certo giustizia alla bellezza del brano.
VALENTINA GIOVAGNINI – IL PASSO SILENZIOSO DELLA NEVE
Anno 2002
Era il 2002 quando fece la sua comparsa fra le Nuove Proposte sanremesi la giovanissima Valentina Giovagnini e colpì tutti sin da subito con il suo magnetismo, la sua grazia e la sua magistrale interpretazione. Fu un testa a testa con l’allora quindicenne Anna Tatangelo per aggiudicarsi la vittoria: alla fine Valentina giunse seconda ma ottenne buoni e meritati riconoscimenti. La sua precoce morte, avvenuta per un maledetto incidente all’inizio del 2009, è una ferita che non si potrà rimarginare.
QUINTORIGO – ROSPO
Anno 1999
Attivi dai primi anni 90, giungono alla fine del decennio in gara fra i giovani e dimostrano di sentirsi incredibilmente a proprio agio su quel prestigioso palco, specie il cantante John De Leo, in possesso di doti canore ragguardevoli, al punto da scomodare il mostro sacro Demetrio Stratos. Un brano come “Rospo” non può certo passare inosservato ed è tra gli episodi meno convenzionali mai sentiti al Festival.
SOERBA – NOI NON CI CAPIAMO
Anno 1999
Nello stesso anno in cui esordiscono a Sanremo i Quintorigo, troviamo fra le Nuove Proposte anche i Soerba di Luca Urbani e Gabriele D’Amora, esponenti di un brillante synth pop. Fanno la loro bella figura sul palco con un brano che ben sintetizza la loro parabola artistica.
TIMORIA – L’UOMO CHE RIDE
Anno 1991
Magistrale canzone dei bresciani Timoria, con il giovane chitarrista Omar Pedrini in stato di grazia e già tra le migliori “penne” in circolazione e la voce di Francesco Renga che si innalza piena e sicura e che…è già tra i migliori cantanti in circolazione. Con questi biglietti da visita si poteva puntare molto in alto, invece in gara non ebbero fortuna (pur insigniti del Premio della Critica): eliminati subito nella categoria poi vinta da Paolo Vallesi con “Le persone inutili”. (Non è disponibile il filmato dell’esibizione sanremese)
L’AURA – IRRAGGIUNGIBILE
Anno 2006
Era già in ascesa la cantautrice Laura Abela (nota come L’Aura) quando presentò nel 2006 l’intensa “Irraggiungibile”, cantava per lo più però in lingua inglese. L’idea di presentarsi a Sanremo fra le Nuove Proposte sarà l’occasione per farla conoscere da un ampio pubblico che ne seppe cogliere le potenzialità e le regalò un buon successo negli anni a venire.
ALICE – PER ELISA
Anno 1981
L’edizione numero 31 del Festival di Sanremo è caratterizzata dalla splendida vittoria della cantautrice Alice, già attiva nel decennio precedente e pronta a prendersi la ribalta dopo che già nel lontano 1972 era stata in gara presentandosi col suo vero nome (Carla Bissi). Ci riesce con una prova assolutamente maiuscola, la sua canzone scritta assieme a Franco Battiato e a Giusto Pio è a tutt’oggi una delle più belle presentate su quel prestigioso palco.
CANTON – SONNAMBULISMO
Anno 1984
Un tocco di new-wave sul Festival del 1984 lo portarono i trentini Canton, che anche come look sapevano il fatto loro. La canzone sapete di chi porta la firma? Del mitico duo Ruggeri-Schiavone, ennesima conferma che il buon Rouge (già ) agli esordi sapeva destreggiarsi perfettamente tra le chitarre, il punk ma anche il synth-pop. La canzone, con la quale si classificano al quarto posto nella categoria Nuove Proposte, ebbe un buon riscontro anche nella programmazione radiofonica.
PITURA FRESKA – PAPA NERO
Anno 1997
Nel Festival che incoronò i Jalisse come vincitori, quello del 1997, a fare una gran bella figura furono i veneziani Pitura Freska che portarono questa “Papa Nero”. Non solo il reggae che sbarca prepotentemente sul palco dell’ Ariston, ma anche un tema fortemente anti razzista. Il dialetto veneto sdoganato al grande pubblico fa un figurone!
MARJORIE BIONDO – LE MARGHERITE
Anno 2000
Questa non è stata suggerita dai nostri lettori. Se qualcuno tra di loro, però, ricorda la canzone beh, si merita gli applausi più convinti da me e dal collega Cavrioli di IFB. Entrambi infatti stravediamo per questo pezzo che, purtroppo, è rimasto nella memoria di pochi. Voce sinuosa e incantevole quella di Marjorie Biondo che vent’anni fa portava la sua grazia da sirena sul palco di Sanremo con questo brano accattivante, morbido eppure dall’anima rock. La sua voce, che potrebbe in parte essere accostata a quella di Dolores O’Riordan, brilla di luce propria. “Le Margherite” è contenuto nel suo album ominimo, uscito proprio nel 2000. La Biondo ovviamente era in gara nella sezione “Giovani”, nella quale spesso emergevano idee e spunti più interessanti rispetto alla sezione “Big”.
ENRICO SOGNATO – E IO CI PENSO ANCORA
Anno 2000
Anche in questo caso vado a segnalare un brano non indicato dai lettori, ma che la premiata ditta Gardon/Cavrioli ricorda con affetto. Enrico Sognato piazza l’ottima “E Io Ci Penso Ancora” nella categoria “Nuove Proposte”, tenendo fede al discorso fatto in precedenza: i “giovani” avevano davvero una voglia particolare di rischiare e di mettersi in luce. Sognato viaggia bene tra melodia e piglio rock, con un ritornello trascinante a dire poco e un delizioso arrangiamento d’archi. Peccato che in seguito abbia preferito starsene dietro le quinte, usando un decimo del suo talento, come produttore e autore per gli Zero Assoluto, zero di nome e di fatto.
LA SINTESI – HO MANGIATO LA MIA RAGAZZA
Anno 2002
Lele Battista inizia a mettersi in luce grazie al gruppo dei La Sintesi che pubblicherà un paio di pregevoli album. Il brano presentato a Sanremo 2002 (contenuto sul secondo disco “Un Curioso Caso”) ha un testo delizioso e sicuramente fuori dagli schemi classici. Il cannibalismo fisico e mentale cantato dalla band su un tappeto musicale decisamente morbido e raffinato metteva in luce una concezione del pop-rock personale e ottimamente curata. Battista poi, allo scioglimento della band, inizierà una buona carriera solista.