E’ uscito nel weekend, via Color Study, il primo EP di Charli Adams: la giovane musicista nativa dell’Alabama non proviene da una famiglia che le ha dato un’educazione musicale, anzi da ragazzina praticava il tennis ed era una cheerleader.

Solo a sedici anni ha deciso di trasferirsi a Nashville, dove attualmente risiede, per seguire una carriera musicale: qui Charlie lavora, finisce gli studi online e vive da sola già  a partire dai diciassette anni.

I suoi anni formativi, le amicizie, le relazioni e i relativi problemi sentimentali, ci fa sapere la press-release, sono tutti temi finiti all’interno del suo songwriting e di conseguenza in questo suo primo lavoro, composto da sei canzoni.

L’EP si apre con “Passenger Seat”, che inizialmente, con la sua chitarra leggera e le sue splendide e gentili atmosfere, ci ricorda molto da vicino Phoebe Bridgers, grazie anche alle forti sensazioni emotive che la voce della Adams sa trasmettere: l’arrivo dei synth e di un drumming preciso non disturbano il mix, anzi aggiungono una sensazione di movimento e un’ulteriore eleganza.

La successiva “Bad Caffeine”, che fa ancora uso di brillanti synth oltre che di una sei corde dai toni rock, ha una spinta propulsiva più decisa e ci ricorda da vicino la determinazione dell’ultima Sharon Van Etten, anche per la grande passione dei sempre ottimi vocals di Charli.

Luminosa, sebbene non nasconda anche velo di malinconia, “Backseat” mette i sentimenti in primo piano e ci fa tornare in mente i primi lavori di Sheryl Crow, mentre “10th Avenue”, costruita su una solida base di piano e chitarra, è il momento più emozionante e toccante dell’EP e, proprio per la sua grande intimità , ci ricorda ancora la Bridgers.

Un lavoro di grande valore, “Good At Being Young”, mette in mostra la sincerità  giovanile di questa musicista originaria dell’Alabama che ha le carte in regola per rimanere a lungo e per scrivere cose importanti in futuro: per il momento godiamoci questi ventiquattro minuti pieni di passione e sentimenti veri.