Capostipiti di quella ondata di band che, a metà  degli anni zero, diedero una notevole rinfrescata al brit rock, i Kaiser Chiefs di quel movimento erano (o sono) quelli più divertenti, festaioli, goliardici. Va detto che insieme ai Franz Ferdinand, ai Bloc Party, ai Maximo Party, agli Arctic Monkeys, agli Editors e tanti altri sono stati in grado, anche idealmente coalizzati, di far rinascere la musica made in Great Britain, stanca e bollita del morente fenomeno brit pop e via dicendo.

Dopo quasi vent’anni (se si contano anche gli episodi a nome Parva) ci sono ancora, in salute e assolutamente alfieri in patria, dove sono ancora una proposta di primo piano. Dicevo ci sono ancora anche discograficamente parlando, non hanno mai smesso di pubblicare contenuti, sempre molto puntuali, tant’è che l’ultimo disco è di qualche mese fa, si intitola “Duck” e non è nemmeno un brutto disco, anzi, vive dei soliti ingredienti marchio di fabbrica della band di Leeds. La consueta riuscita scrittura e i ritornelloni a farla da padrone. Conseguentemente all’album nuovo tornano in tour, vere rockstar in terra d’Albione, numeri più compassati almeno qui da noi.

Due date in calendario stasera a Milano ai Magazzini Generali, mentre poi la carovana fa tappa in un’insolitissima Lagundo che li ospita, per la replica, alla Casa della cultura. Loro sono in gran forma, non si può dire altrimenti e in un club quasi sold out, con un pubblico di eta’ molto trasversale e nazionalità  diverse, probabilmente più stranieri che italiani, spendono anche l’ultima goccia di sudore disponibile.

Energia a fiumi, nessuna ovvia sorpresa, quello che ti aspetti, arriva puntuale, con gli inevitabili cavalli di battaglia, ormai davvero radicati evergreen nella cultura anglosassone, a raccogliere il plebiscito; tutti almeno una volta hanno ascoltato l’irresistibile “Ruby”, piuttosto che “Everyday I Love You Less And Less” per non citare “Modern Way” e le insuperabili “I Predict A Riot” o “The Angry Mob” veri e propri inni generazionali da karaoke al primo bar cinese che capita sottomano. Il sabato pomeriggio al pub con la Premier League in visione e i Kaiser Chiefs in sottofondo, questo è il riassunto perfetto.

Quasi un’ora e mezza filata, tre bis, rock’n roll tirato senza boccate d’ossigeno, c’è spazio anche per le cose nuove, su tutte una “Target Market” che lascia il segno. ore 21,00 spaccate i Kaiser on stage, ore 22,30 tutti a casa, c’è la disco che aspetta; riesco anche a vedere la fine del festival di San Remo.