Non ci ha messo poi tanto Mura Masa, all’anagrafe Alexander Crossan, a calpestare territori mainstream, soprattutto dopo i due Grammy ottenuti nel 2018 come miglior album dance-elettronico per l’omonimo album d’esordio.
A distanza di tre anni l’enfant prodige di Castel, Regno Unito, ci propone questo sophomore arricchito da tante collaborazioni che fanno seguito a quelle presenti nel debutto (A$AP Rocky, Charlie XCX, Desiigner, Nao e Damon Albarn) e, quindi, a turno troviamo Georgia che presta la sua voce nel leggero pop, in realtà facilmente dimenticabile, di “Live Like We’re Dancing” oppure il fenomeno Clairo nelle prevedibili note di “I don’t think i can do this again”.
Il disco corre spedito nei quasi 38 minuti sin dalla title track, giustamente collocata come opener, e la varietà degli episodi – seppur accomunati dai soliti synth di evidente impronta EDM – contribuisce a rendere il tutto un po’ più intrigante e si odono, dunque, apprezzabili note.
Come momenti migliori del disco si ritagliano spazio le tracce scevre da collaborazioni. Nel secondo singolo estratto “No Hope Generation” si fondono autotune e drum’n’bass laddove la psichedelica “In my Mind” lascia spazio a “Vicarious Living Anthem” nella quale il menu prevede un piatto servito con circa due minuti di electro post-punk.
A dire il vero, il featuring di Tirzah in “Today”e di Ellie Rowsell dei Wolf Alice nella eterea quanto a tratti rumorosa “Teenage Headache Dreams” probabilmente toccano l’apice massimo al quale “R.Y.C.” può ambire. Ad aggiungere un tocco d’autore ulteriore ci pensa Slowthai con la sua partecipazione al poppeggiante hip-hop di “Deal Wiv it” che ha il compito di rilanciare un disco assolutamente non banale ma semplice e a volte scontato.
La closing track “(Nocturne For Strings And A Conversation)” si adagia su onde rilassanti suggellando l’unico momento strumentale di un album non propriamente solare ancorchè si rivela a volte interessante.