Molti esseri umani vorrebbero fare la vita di Patrick Riley e Alaina Moore, coppia sul palco e fuori che si concede lunghi viaggi in barca a vela in cui trova spesso ispirazione per gli album che dal 2011 pubblica a nome Tennis. “Swimmer” è il quinto dopo “Cape Dory”, “Young & Old”, “Ritual in Repeat” e “Yours Conditionally” ed è nato dopo un viaggio nel golfo di California, che separa California e Messico.
Trentuno minuti in cui i Tennis tornano a parlare di sentimenti alla loro maniera. La voce di Alaina Moore è la vera protagonista di nove brani arricchiti da arrangiamenti ben curati, più complessi che in passato (lo si intuisce fin dalle prime note di “I’ll Haunt You”). Ballate orecchiabili e brani pop più movimentati come “Need Your Love” legata a doppio filo a “How To Forgive”, visto che sono state scritte in rapida successione, o il divertente singolo “Runner” convivono senza troppi problemi.
Piano, sintetizzatori e un sound più pulito, molto easy listening accompagnano una mezz’ora che scorre leggera, godibile senza troppe sorprese. Compare a volte una chitarra acustica (“Echoes”) ma Patrick Riley e Alaina Moore sembrano non voler correre rischi, organizzando ogni pezzo con ordine, poche bizzarrie e qualche emozione (vedi “Late Night”). Cosa diventerebbero se si lasciassero andare di più musicalmente, viene da pensare ascoltando “Swimmer” o il tropicalismo perfetto di “Tender As A Tomb” ma probabilmente non lo sapremo mai.
La chiusura affidata a “Matrimony II” conferma la bontà della voce di Alaina Moore, cresciuta molto in questi anni e ormai capace di dominare la scena veleggiando tra sicurezza e vulnerabilità aiutata anche dal mixaggio cristallino di Claudius Mittendorfer (Panic! At The Disco, Parquet Courts). Sono maturati i Tennis in un disco ancora più pop e a tratti malinconico, con melodie sufficienti da bastare per circa un secolo.