Ho cambiato l’intro di questo articolo almeno otto volte, un po’ come fa Woody Allen all’inizio di “Manhattan”. Anche io sono arrivato ad una conclusione definitiva: Fiona Appleera” la sua chanteuse preferita (dopo Nico) e lo sarebbe sempre stata. Scusate la citazione, ma credo che di meglio non mi venga proprio nulla quando si tratta di parlare di una performer che ha avuto una carriera stramba, sebbene intensa come Fiona. A me sembra sempre che se ne sia fregata sia del suo talento (sprecandolo a volte) sia di noi perchè è come se avesse sempre vissuto in una bolla, in un’area protetta e inaccessibile pubblicando qualcosa solo se ce ne fosse stata l’urgenza senza mai piegarsi a nessuna legge di mercato. Sono passati 24 anni da “Tida”l, il primo album e sembra così lontano, migliaia di anni. Ventiquattro primavere e solo quattro album, l’ultimo uscito ben otto anni fa e l’annuncio di un nuovo lavoro (“Fetch the Bolt Cutters”, c’è già  anche la tracklist) che spero esca quanto prima. Cos’è stata e cos’è Fiona Apple? Una combattente, un fiore fragilissimo dai colori sgargianti nonostante possa ghiacciare e spezzarsi da un momento all’altro. Un fiore che però rifiorisce quando meno te l’aspetti e unisce sapientemente quasi cinquant’anni di cantautorato femminile dalla raffinatezza distaccata di Carole King alla compostezza di Sybil Baier fino alle intuizioni soul, jazz, funk di Laura Nyro che Fiona Apple farà  proprie sublimandole in una forma più eterea e personale.

10 – SULLEN GIRL

1996, dal disco “Tidal”

Secondo brano di “Tidal”. Una ballata vibrante voce e piano. Qualcosa di sospeso, indefinibile, a tratti doloroso.

9 – THE CHILD IS GONE

1996, dal disco “Tidal”

Fiona non ha paura di mostrare la sua voce carica di struggente dolore mentre il suo piano verga note pesanti e grevi. Altra piccola perla di un album autobiografico e terapeutico per certi versi.

8 – GET HIM BACK

1996, dal disco “Extraordinary Machine”

Album ostracizzato dall’etichetta perchè ritenuto poco commerciale, ma sostenuto dai fans tanto da essere pubblicato dal web salvo poi venire ristampato dalla stessa Sony. Fiona ci consegna qualcosa di poco definito, lontano dalla profondità  di “Tidal” e, per fortuna, agli antipodi con “When the Pawn…”. “Get Him Back” è una marcia melodrammatica, pesante, intensa ma che necessita di un pò di ascolti mentre Fiona sale e scende con la voce. Brano memorabile.

7 – FAST AS YOU CAN

1999, dal disco “When the Pawn”

Brano che si regge su una specie di rappato e un beat insistente, ma così emozionante da risentirlo un milione di volte corredato poi da un video incantevole. Il testo è da brividi e rievoca l’episodio che ha segnato la vita di Fiona. Le evoluzioni vocali della nostra rendono questo pezzo una gemma che risplende ancora in un album che non ha nessun guizzo degno di nota.

6 – SLOW LIKE HONEY

1996, dal disco “Tidal”

Altra prova di inesprimibile intensità . Un tessuto quasi jazzato dove il piano sale a cullarci mentre la voce roca di Fiona ci accarezza nella notte.

5 – CRIMINAL

1996, dal disco “Tidal”

“Tidal” ha tante facce. Jazz notturno, ballate suadenti, poesie in musica, soul vibrante e pezzi, come “Criminal”, che viaggiano spediti regalandoci ritmo e profumi funkeggianti mentre la coda regala aromi orientali e dissonanti. Imprescindibile.

4 – WAREWOLF

2012, dal disco “The Idler Wheel Is Wiser…”

Tre minuti intensissimi. Voce davanti a tutto che ti graffia l’anima.

3 – EVERY SINGLE NIGHT

2012, dal disco “The Idler Wheel Is Wiser…”

Fiona Apple non è Tori Amos, hanno provato a farne un clone, hanno provato a darle un’immagine, una direzione, uno stile, ma Lei è inclassificabile. Non la puoi ingabbiare perchè è un animale fiero e orgoglioso che non ha nulla di quello che lo stardom vorrebbe appiccicarle addosso. E’ donna a trecentosessanta gradi è una profonda unghiata sulla superficie dello scontato e del banale; di tutto quello che un uomo può fare di turpe ad una donna. Dopo la lenta ripresa dei Extraordinary Machine, ecco, nel 2012, un album sincero e privo di orpelli. Suonato col cuore e sempre profondo per quanto riguarda le liriche. “Every Single Night” è una carezza pesantissima, disincantata, rabbiosa, con la voce che scende nei recessi dell’animo e poi si arrampica fino in cielo in pieno stile Apple.

2 – ACROSS THE UNIVERSE

1998, dal disco “Pleasantville soundtrack”

E’ una cover lo so. E’ un pezzo già  di per sè un capolavoro, ok, ma John ne sarebbe stato orgoglioso. Fiona la interpreta con voce stentorea dandogli musicalmente quel senso di isolamento e straniamento che Lennon tanto sentiva. Il video è epocale con Lei che ci fissa per tutto il tempo e io mi sciolgo.

1 – SLEEP TO DREAM

1996, dal disco “Tidal”

All’epoca si presentò così. Il primo brano del primo disco. Intenso, femminile, sensuale, sinistro e minimale nella ritmica e quel finale strozzato e improvviso.

 

Photo: Christine Hirtescu / CC BY