Era attesissimo questo disco in Uk nel 1995. I Gene avevano sorpreso tutti con un suono che evocava in modo diretto e lampante gli Smiths. I loro precedenti singoli, ricchi di forti emozioni e di un incantevole calore erano quotatissimi e avevano fatto crescere a dismisura l’attesa, quindi questo “Olympian” era davvero il momento della verità , e non sbagliarono.
Il poeta Martin Rossiter e il chitarrista Steve Mason riuscirono a trasmetterci uno spirito romantico, evocato da canzoni ricche di tinte umorali e sognanti, certo molto vicine agli Smiths, ma, risentendolo ancora e ancora anche a distanza di anni, non ci stupiamo affatto della costanza con il buon Rossiter parlava di gente come Jam o Style Council (non a caso Mick Talbot suonerà  in tour con gli stessi Gene) come veri termini di paragone. Troppo facile definirli epigoni degli Smiths, troppo scontato.

Martin ci parla di delusioni, di amori finiti o difficili, di quelle inquietudini che ogni giorno ci colpiscono e lo fa con quello spirito uggioso e umorale fortemente inglese, capace di amplificarsi anche nei tratti chitarristici di Mason, così precisi e morbidi tanto quanto taglienti e fantasiosi, sempre attenti anche al minimo dettaglio.
Vogliamo essere sinceri? Tutto funziona così bene che sembra quasi impossibile, a tal punto che il gruppo, a eccezione del valido secondo disco, non saprà  più ripetersi su questi livelli.

La accattivante “Haunted by you” apre il disco in modo diretto e preciso, un riff di chitarra sublime e indimenticabile. E poi ecco le splendide ballate elettriche, marchio di fabbrica di questo lavoro, che si dispiegano in tutta la loro melodia, “Your Love, it Lies” e “Truth, Rest Your Head”. Se “Left-Handed” anticipa i muscoli del secondo album, sfumature più dolci e acustiche emergono per “Still Can’t Find The Phone”, con un lavoro chitarristico di rifinitura che è favoloso. Ma il sogno diventa meraviglioso con la struggente “London Can you wait?”, con un crescendo centrale che davvero conduce alle lacrime. Melodia da capogiro per il singolo “Sleep Well Tonight”, che diventa quasi rabbiosa nel finale con l’assolo liberatorio di Mason.
La musica diventa poesia e si eleva oltre l’emozione pura in “Olympian”, una canzone che non possiamo che definire memorabile, un brano ricco di pathos e climax teatrale che, tra piano e arrangiamenti orchestrali, aveva fatto gridare la stampa inglese a una magica fusione tra “Bowie e Roxy Music“. Sublime la conduzione vocale di Martin.

Ancora adesso, a parlare di questo disco, mi emoziono troppo, figurarsi nel 1995…in quel lontano marzo di tanti anni fa era davvero impossibile farne a meno. Da avere e da adorare, anche per la splendida e sognante grafica.

Pubblicazione: 20 marzo 1995
Genere: guitar-pop-rock
Lungezza: 40:31
Label: Polydor (USA e Europa), Costermonger (UK)
Produttore: Phil Vinall, Miti Adhikari

Tracklist:
1.Haunted by You
2.Your Love, It Lies
3.Truth, Rest Your Head
4.A Car That Sped
5.Left-Handed
6.London, Can You Wait?
7.To the City
8.Still Can’t Find the Phone
9.Sleep Well Tonight
10.Olympian
11.We’ll Find Our Own Way